Kakà prepara il ritorno: "Voglio fare di più per il Milan"

Il brasiliano: "Con Maldini e Leonardo è tornato il dna rossonero"

  • A
  • A
  • A

"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano". Quando si pensa a Kakà e al Milan, impossibile non canticchiare Venditti, canzone tanto cara ad Adriano Galliani. Ora potrebbe aprirsi la terza era del brasiliano in rossonero, questa volta da dirigente. Leonardo e Maldini gli hanno fornito un assist: "A settembre arrivo, ma devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Il mio ruolo? Non ne ho idea, seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi".

C'è la voglia di entrare in società al Milan: "Per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno di lavoro preciso. Arrivo in Italia per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo", dice in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

"Paolo è la storia, la bandiera. È l'idolo. Nel mondo - osserva l'ex attaccante- se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo e Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. Il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l'intesa fra i due funzionerà".

Poi c'è il campo: "La Juventus è la squadra più forte d'Italia, però nel calcio accadono tante cose. L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L'obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito".

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti