Romiti: "Milan passerà ai cinesi"

Il presidente della Fondazione Italia-Cina: "Il club verrà venduto. E interessano anche altre squadre..."

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Sul futuro del Milan Cesare Romiti non ha dubbi. "Verrà venduto ai cinesi, non so bene in che percentuale, ma il controllo verrà ceduto - ha detto a Premium Sport il presidente della Fondazione Italia-Cina -. Ed è molto probabile che poi si interessino anche ad altre squadre italiane". " Nel panorama italiano l'unica squadra invendibile è la Juventus", ha aggiunto l'ex direttore generale della Fiat.

"La Cina interessata al calcio italiano? Non mi meraviglia, me l'aspettavo, l'attuale presidente della Cina è un tifoso di calcio e la Cina sta attraversando economicamente un periodo che l'Europa ha vissuto nei decenni '50-'60-'70-'80, in cui accanto al progresso economico c'era il valore del calcio come attrattiva dell'opinione pubblica", ha proseguito Romiti. "La Cina vuole diventare la prima potenza economica del mondo e ha capito che avere il supporto del calcio è importante per questo - ha continuato, intervistato da Dario Donato -. Non so se ci riuscirà ma le ambizioni ci sono". "Sono sicuro che faranno delle acquisizioni in Europa, perché hanno la convinzione che il calcio sia un supporto fondamentale all'economia - ha spiegato -. Loro economicamente sono già entrati in Europa e in Italia e con il calcio vogliono entrarci ulteriormente. Considerano il calcio come uno strumento propagandistico di acquisizione dell'opinione pubblica e quindi sono sicuro che lo faranno".

Poi entrando nel dettaglio sulle milanesi: "Gruppi cinesi interessati a Milan e Inter? Credo che il Milan sarà venduto non so bene in che percentuale, ma il controllo passerà ai cinesi". "Le milanesi colmeranno il gap con la Juve grazie ai cinesi? - ha proseguito - L'Inter e il Milan sono diventati grandi grazie ai loro presidenti, Moratti da una parte e Berlusconi dall'altra".

Discorso diverso invece per la Juve: "E' diventata grande grazie ad Agnelli, ma anche perché è l'unico club italiano che ha una società alle spalle e indipendente dall'andamento sportivo ha dei canoni precisi. La vera forza della Juventus è la società". "Cosa direbbe Agnelli della forza della Juve attuale? Noi alla Fiat come azionisti della Juve eravamo abituati alla grandezza dei bianconeri: sta dominando oggi ma è una cosa che faceva anche prima - ha continuato -. Io sono nato romanista ma nei 25 anni in cui sono stato a Torino sono diventato juventino: per me la Roma è come la moglie e la Juventus è come l'amante e quando arriva la passione vuoi più bene all'amante che alla moglie".

Infine sull'Avvocato e sulla Ferrari: "Agnelli era un vero tifoso, leale e convinto. La crisi della Ferrari? Sono stato molto vicino a Enzo Ferrari, ci volevamo bene e mi dispiace molto per la Ferrari di oggi. Con una battuta direi che la Rossa oggi non va bene perché non c'è più Enzo. Non conosco la gestione attuale, dico solo che un tempo eravamo abituati in maniera diversa".

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