Braveheart Lapadula: "Per me e il Milan tutto è possibile. Conta il lavoro"

Il centravanti rossonero si racconta in esclusiva a Tiki Taka

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Gol pesanti, grinta impressionante, volontà di ferro. Ecco perché i tifosi del Milan lo amano: Gianluca Lapadula è l'emblema della stagione rossonera, iniziata sottotraccia e ora superlativa. E il centravanti venuto da Pescara si gode il monento, tenendo ben saldi i piedi per terra: “Il mio momento? E' certamente molto positivo - ha raccontato a Tiki Taka - ma a me piace anche ricordare il periodo precedente a questo che è stato più importante".

"Ero infortunato, non giocavo e per tanti non ero da Milan: in quel momento ho capito che doveva iniziare il mio campionato e sta arrivando tutto questo". Parole che racchiudono i credo calcistico e non solo di Lapadula. Bomber puro che deve tanto, e non lo dimentica, a Massimo Oddo: "Lo sento spesso e devo molto a lui perché mi ha dato una grandissima mano l'anno scorso. Se sono arrivato in A solo a 26 anni è perché prima evidentemente non ero ancora pronto"

Tempra da guerriero, come il suo personaggio preferito: "Il film Braveheart? Quando avevo 13 anni non sa come mai mi entrò dentro questo film e lo rividi per centinaia di volta. Il mio ingresso nel derby? Non vedevo l'ora di entrare. Avevo un sacco di adrenalina in corpo e il boato al mio ingresso è stato bellissimo. Peccato non averlo vinto".

Lapadula parla a cuore aperto, anche per esempio del rigore conteso domenica a Niang: "L'anno scorso a Pescara non ho calciato neanche un rigore e non ho mai voluto farlo ma ieri avevo molta voglia di fare gol a San Siro. Ho sbagliato, chiedo scusa a Niang perché lui è il rigorista e poi è stato anche fischiato. Gli ho messo più pressione del dovuto e non era mia intenzione".

Poi il racconto del suo arrivo in estate al Milan: "Mi volevano e mi hanno cercato in tanti, come il Napoli. La scelta del Milan l'ho fatta in poche ore, ho voluto fortemente i rossoneri e sono contento di questo. Il rapporto con Bacca? E' buono, così come con gli altri attaccanti. C'è tanta competitività ma c'è il massimo rispetto e si scherza e si ride. Il numero 9 al Milan porta male dopo Inzaghi? In realtà avrei voluto il 10 ma era occupato. C'era il 9 libero e l'ho preso. Non sono scaramantico, a Cesena il 9 mi aveva portato anche male. So l'importanza di questo numero e speriamo che continui ad andare bene. Che mister è Montella? Non è facile allenare il Milan, quando è arrivato ha unito il gruppo e ha dato un'identità di gioco".

Quali obiettivi ora? Si può parlare di scudetto? "Noi guardiamo la nostra strada e la nostra classifica. L'Inter nel derby mi è piaciuta, ha grandi valori e secondo me potrebbe venire fuori. Cosa ruberei a Icardi? I movimenti, si muove benissimo e attacca alla grande la profondità. Ho sempre affrontato i campionati pensando a una gara alla volta. E credo che faremo così anche quest'anno, poi alla fine vedremo. In più c'è la Supercoppa che incombe".

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