Lazio, il capolavoro di Inzaghi

Il tecnico si è esaltato nelle difficoltà. Immobile ha trovato la sua casa, Luis Alberto sorprende

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Il primo trofeo stagionale è della Lazio. L'Olimpico ha decretato la vittoria del collettivo contro le individualità della Juve, con un finale incredibile ma suggellando l'ottimo lavoro di Simone Inzaghi con il primo titolo da allenatore. Una vittoria tattica e mentale, con la capacità dell'allenatore di trasmettere a una squadra acciaccata, la voglia non mollare, esaltando con il gruppo le qualità dei vari Milinkovic-Savic, Immobile e L. Alberto.

Il day-after nella capitale è ancora un tripudio di entusiasmo biancoceleste. A sorprendere, anche se ormai forse non dovrebbe più, è stata la capacità di Simone Inzaghi di far fronte alle difficoltà delle ultime settimane dentro e fuori dal campo, compattando la sua squadra nonostante gli imprevisti che hanno scompigliato i piani iniziali. L'infortunio di Felipe Anderson, per esempio, ma anche i recuperi in extremis con tutti i dubbi del caso legati alla tenuta di Radu e Wallace, per non parlare del caso Keita, escluso perché "distratto dalle voci di mercato". Una scelta vincente a conti fatti, premiata perché coraggiosa e forte e al tempo stesso capace di responsabilizzare ulteriormente un gruppo totalmente dedito al proprio allenatore, bravo a trasmettere fiducia, voglia di vincere e di non mollare mai. Si è visto dopo il pareggio al novantesimo della Juventus. Il resto è storia.

Nel gruppo ci sono i leader naturali, talenti puri che Inzaghi ha saputo schierare in campo nel migliore dei modi per mettere in difficoltà la Juventus. Uno su tutti, ancora una volta, è stato Milinkovic-Savic, un'autentica furia in mezzo al campo sia a supporto di Immobile che in fase difensiva. Un giocatore completo, sottovalutato da molti, che ha saputo regalare alla Lazio quell'equilibrio che i bianconeri non sono mai riusciti a trovare, con fisicità e grinta su ogni pallone e mettendo il suo graffio su decine di palloni recuperati, compreso quello per il vantaggio - poi su rigore - di Immobile. Ciro, l'ex di turno, che sembra aver trovato finalmente la sua dimensione alla Lazio dopo un inizio di carriera da vagabondo. Ha iniziato la nuova stagione come aveva terminato l'ultima, segnando, anche senza la spalla spagnola con cui aveva fatto faville (Keita), ma trovando in Luis Alberto - un altro spagnolo - un partner inaspettato ma promettente. Proprio l'ex Liverpool e Malaga, cresciuto nelle giovanili del Barcellona, ha sorpreso per personalità e qualità sulla trequarti, pronto a sfruttare l'occasione che le bizze di Keita Balde gli stanno offrendo.

Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, quella della Lazio potrebbe rivelarsi un'altra ottima stagione con i mezzi messi a disposizione dalla società. Non molti a dir la verità, dopo la partenza di Biglia e la rottura con Keita. Ma alla guida c'è un ottimo pilota come Inzaghi che ha dimostrato di saper disegnare capolavori nei momenti di difficoltà. E se poi i nuovi acquisti come Marusic, o le leve cresciute in casa come Murgia, cresceranno ulteriormente al fianco di Lulic e Lucas Leiva, il gioco è fatto.

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