La Juventus non dimentica l'Heysel: "Il giorno più triste" 

Sono passati 30 anni dalla strage di Bruxelles con 39 tifosi morti 

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Un giorno triste per la Juventus e per tutto il calcio: trent'anni fa, era il 29 maggio 1985, la strage dell'Heysel prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Scontri dentro lo stadio e numeri da guerra: 39 morti (32 italiani di fede bianconera) e oltre 600 feriti. Il club bianconero non dimentica e ha ricordato le vittime con un comunicato: "Il giorno più triste. Doveva essere un momento di festa, di attesa, di tensione sportiva. Si è trasformato in tragedia"

29 maggio 1985, il giorno più triste della nostra storia.
Doveva essere un momento di festa, di attesa, di tensione sportiva.
Si è trasformato in tragedia.

Trentanove persone innocenti quella sera persero la vita.
Trentanove famiglie furono segnate per sempre da un dolore che non riusciamo neanche ad immaginare. Quanto accadde quella sera è scolpito nella memoria di qualsiasi tifoso. Di coloro che erano presenti a Bruxelles, di chi era seduto davanti alla tv, anche di chi allora era troppo giovane o magari non era ancora nato.

Sono passati trent'anni e oggi ci si può solo stringere nel ricordo. La Juventus lo farà partecipando insieme all'"Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel" alla Santa Messa che verrà celebrata alle 19.30 presso la Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino. Saranno presenti i giocatori della Prima Squadra, lo staff tecnico e i dirigenti della società. La Juventus parteciperà anche a Bruxelles, alla cerimonia pubblica che avrà luogo nella capitale belga, rappresentata dal presidente del J-Museum Paolo Garimberti e da Sergio Brio. Alla cerimonia che si terrà a Liverpool saranno presenti Gianluca Pessotto e Massimo Bonini.Su Juventus.com per tutto il giorno queste righe rimarranno la prima notizia dell'home page, la cover delle pagine ufficiali sui vari social network e l'unico post pubblicato su Facebook saranno in ricordo delle vittime.

Il resto sarà silenzio.
Per onorare la loro la memoria. Per cercare di dare conforto alle loro famiglie.
Per ribadire l'auspicio che il vile scherno di cui quelle 39 vittime sono state oggetto per troppi anni finisca, una volta per tutte.
Per fare comprendere che una simile follia non si dovrà ripetere.
Mai più.

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