Un mese di partite ufficiali e Allegri ha ritrovato la sua Juventus. Non tanto per i risultati che sono sempre arrivati, le sei vittorie su sei in campionato lo dimostrano, quanto per intensità e ritmo. In un derby condizionato dalla superiorità numerica, i bianconeri hanno dominato il campo anche prima dell'espulsione di Baselli, pressando alto e trovando il tiro con continuità. Sono i numeri di Dybala ad esaltare il popolo juventino.
La Joya è il volto di questa Juventus, felice e spensierato quanto basta per divertirsi e divertire con giocate non solo belle da vedere, ma anche decisive e vincenti. La doppietta nel derby contro il Torino lo ha iscritto nello speciale registro dei goleador di inizio stagione in campionato, è stato il primo a riuscire a segnare 10 gol nelle prime sei partite di campionato dal 1994/95. Non solo, galleggiando tra le linee e con ampia libertà di movimento scaricata da compiti tattici precisi, Dybala ha mandato in tilt anche il centrocampo granata, in primis Baselli e Rincon, costruendosi la palla del vantaggio e costringendo la coppia centrale di Mihajlovic ad andare fuorigiri.
Se Dybala è imprendibile, la dimostrazione di forza data dalla Juventus è stata fisica e mentale. Pur in una partita in discesa per risultato e superiorità numerica, Allegri ha ritrovato in campo la voglia di sacrificarsi di tutti, la corsa su ogni pallone come se fosse l'ultimo. Novanta minuti che non hanno dato respiro all'avversario e che hanno fatto passare a Buffon una serata piuttosto tranquilla. Merito anche di Matuidi, leader silenzioso della squadra e addetto con efficacia a smaltire il lavoro sporco, recuperando palloni e proponendosi in avanti se necessario, coprendo sempre e comunque le spalle ai palleggiatori bianconeri.
Se Higuain in panchina è un lusso che Allegri può permettersi, la forma di Cuadrado e Mandzukic giustifica ogni scelta e con un Pjanic così, parte attiva nelle prime tre marcature della Juventus (compreso il gol personale) tutto viene più facile. Anche aspettare la crescita di Douglas Costa e Bernardeschi, quest'ultimo entrato con la determinazione giusta nel finale di gara. Insomma, Allegri ha di che essere soddisfatto. A braccetto col Napoli questa Juve è sempre grande, nonostante le (ingiustificate) perplessità.
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