Juve, dalla difesa all'attacco: tutti i guai di Allegri

Contro la Lazio Dybala e Higuain sono stati disastrosi. Ma pure Barzagli e Bentancur hanno responsabilità

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La caduta della Juve fa rumore. Ogni frenata della Vecchia Signora riapre dibattiti su una squadra che dopo 6 scudetti consecutivi può anche ritenere fisiologico un calo di tensione e prestazioni. La sconfitta contro la Lazio è la prima subita allo Stadium dopo 783 giorni e manda i bianconeri a -5 dal Napoli dopo 8 giornate. Le prestazioni horror di Dybala e Higuain, oltre ai problemi in difesa e nel mezzo, sono un indiscusso campanello d'allarme.

La Lazio di Simone Inzaghi fa il bis e batte ancora una volta gli uomini di Allegri come successo già ad agosto in Supercoppa. L'ultima squadra capace di espugnare lo Stadium era stata l'Udinese il 23 agosto 2015: da allora i bianconeri hanno messo in fila 57 partite ufficiali senza sconfitte (50 vittorie e 7 pareggi). Fino all'arrivo di Immobile e compagni che hanno messo a nudo fragilità e debolezze di un gruppo che in questa stagione vive di alti e bassi. E già questa è una notizia se pensiamo che la continuità di rendimento, il "cannibalismo" di queste ultime stagioni, sono stati un marchio di fabbrica. La Juventus, nonostante un precampionato estivo che aveva già messo in mostra alcune lacune soprattutto difensive, era partita forte con 6 vittorie su 6 in campionato. Poi è arrivata la frenata a Bergamo e il pari in rimonta subito dall'Atalanta e, appunto, il ko subito dalla Lazio. In mezzo ci sono state la batosta di Barcellona e la sofferta vittoria casalinga con l'Olympiacos in Champions. Un calo evidente. E il comune denomintore è Dybala. Quando si inceppa lui, sono guai: in ombra al Camp Nou, "normale" nelle ultime due gare in Serie A dove, e qui di normale non c'è più nulla, ha fallito due rigori su due in altrettante partite, cosa mai successa prima (in Serie A vantava 13 gol su altrettanti penalty calciati). 

E se la Joya non si accende, non lo fa nemmeno Higuain: era da gennaio 2015 che il Pipita non segnava per tre gare casalinghe consecutive. Ma al di là del gol, la condizione dell'ex Napoli è rivedibile come dimostrano le prestazioni negative e le mancate convocazioni in Nazionale. E quando è fuori forma non gli riescono nemmeno cose semplici come un aggancio della palla in area, cosa che in genere fa ad occhi chiusi e con rapidità e incisività pazzesche. 

Ma l'attacco è solo l'ultimo anello della catena: i guai partono da dietro e se è vero che 7 gol subiti in 8 gare in Serie A non fanno gridare allo scandalo, è altrettanto vero che il muro bianconero, oltre ad aver perso un elemento come Bonucci, mostra segni di cedimento: era dall'aprile 2015 che la Juve non incassava due reti allo Stadium e il rendimento di Barzagli è stato chiaramente sotto la sufficienza (tanto che a fine gara si è assunto le responsabilità dei due gol subiti). 

Una maggior fragilità difensiva deriva a sua volta da una mancata compattezza nel mezzo: Allegri ha sfidato Inzaghi con un 4-3-3 nel quale Khedira e Bentancur non hanno saputo garantire la copertura necessaria (come dimostra il primo gol in cui Lucas Leiva non ha trovato barriere prima di mettere immobile davanti a Buffon). Max ha in Matuidi un corridore lucido e silenzioso che sa e può essere molto più utile. E il tecnico toscano dovrà sfruttare e far sbocciare la qualità degli esterni: Douglas Costa ha trovato la prima rete in bianconero ma appare un po' troppo "anarchico" e poco "disciplinato" soprattutto in fase di ripiegamento in un campionato come il nostro. Bernardeschi in versione juventina è ancora prevalentemente un oggetto misterioso. 

In generale la Juventus pare avere meno cattiveria e voglia di aggredire, sembra troppo leziosa e incapace di gestire i vantaggi. Va in difficoltà e questo lo fa per motivi di testa (come sottolineato da Allegri) ma probabilmente anche per motivi fisici e tattici. La panchina juventina è più lunga e di maggior qualità rispetto, ad esempio, a quella del Napoli e questo è un punto a favore. La stagione è lunga e Allegri ha mostrato in quelle precedenti di saper dosare sapientemente l'utilizzo dei suoi uomini. Oltre che trovare nuove soluzioni tattiche e moduli vincenti anche nel bel mezzo della corsa (il passaggio al 4-2-3-1 lo scorso gennaio è stato la chiave di una stagione poi quasi perfetta e soprattutto ha sfruttato al massimo la qualità degli elementi più forti). Non ultimo, Allegri gestisce dei campioni che in tempi non troppo lontani hanno saputo tornare in testa al gruppo anche dopo essere scivolati a meno 10. Ma serve, ovviamente, un'inversione di tendenza piuttosto netta. 

• La Juventus non perdeva in casa da 783 giorni, dal match con l'Udinese del 23 agosto 2015: da allora 57 partite ufficiali senza sconfitte (50 vittorie e 7 pareggi).
• La Lazio non vinceva in casa della Juve in campionato da dicembre 2002 (13 partite, 10 sconfitte e tre pareggi).
• 15 i gol stagionali di Ciro Immobile con il club: è al momento il più prolifico tra i giocatori dei 5 maggiori campionati europei.
• L'ultimo giocatore a segnare una doppietta in casa della Juventus in campionato era stato Sulley Muntari nell'ottobre del 2013.
• La Juventus non subiva due gol allo Stadium in campionato da aprile 2015 (contro la Fiorentina).
• Solo una volta nella sua storia la Lazio aveva segnato 21 gol dopo le prime otto partite di Serie A: accadde nel 1942/43.
• Per la seconda partita di fila, la Lazio ribalta una situazione di svantaggio: sei i punti recuperati, solo il Napoli ha fatto meglio finora (nove).
• Secondo rigore di fila sbagliato da Paulo Dybala in campionato, dopo che in precedenza non aveva mai fallito la trasformazione in Serie A (13 gol su 13).
• Era da gennaio 2015 che Gonzalo Higuain non restava a secco per tre partite casalinghe in campionato.
• Primo gol di Douglas Costa in bianconero, alla nona presenza tra campionato e coppe.

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