Dybala: tripletta per la Juve e... per la mamma

L'argentino tiene su i bianconeri e regala il pallone di Benevento a mamma Alicia per il suo compleanno

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Era in un periodo un po' così, cupo come questa coda d'inverno. Qualche prestazione non all'altezza, i rigori, pesanti, sbagliati, anche quell'espulsione folle contro il Real Madrid. Il tutto condito da un Mondiale che sembrava scappare via (ma come fa Sampaoli a non portarselo in Russia?) e da qualche voce insistente su un futuro lontano da Torino. Invece rieccolo, Paulo Dybala, spuntato dal cilindro di una giornata calda da morire che avrebbe potuto rimettere in discussione la corsa scudetto della sua Juve. Tre gol, due su rigore che sono importanti come o più dell'altro, le Streghe di Benevento cacciate via e un bel regalo da portare a casa, da mamma Alicia, per il suo compleanno. Mammone dentro la traiettoria minuscola dello scudetto. Si può essere anche questa cosa qui a 20 anni.

Fatto sta che, al netto di un'impresa ai limiti dell'impossibile, viene un certo magone a pensare che Dybala non sarà in campo a Madrid. L'espulsione dello Stadium, nel giorno del naufagio, è l'ultimo pezzo del suo inverno. L'ultimo. Perché poi sotto il sole di Benevento è scoppiata anche la sua Primavera. Se ci si pensa è pazzesco: in un anno con qualche nuvola di troppo, ha buttato sul tavolo tre triplette - tutte in trasferta, come un certo Boniperti, stagione 1949/50, ndr - e stabilito il suo record di gol stagionali (25). "E' una bella soddisfazione", dice. E ancora: "Non sono stati giorni facili". No, non lo sono stati per niente.

Però c'è tutto un pezzo di annata da concludere. Il bello che deve ancora venire. Lo scudetto, la corsa con il Napoli, la finale di Coppa Italia contro il Milan. Manca sempre la Champions, ed è un'ossessione che non si spazza via. Ma manca ancora la notte del Bernabeu prima del sipario. Non si sa mai, anche se non ci si può nemmeno pensare adesso.

Intanto Dybala, piccolo com'è, mammone come è giusto che sia, si sta prendendo la Juve sulle spalle. Ed è una Juve stanca che ha bisogno dei suoi colpi, del suo talento, del suo genio. Tre per volta. Con tanto di dedica su un pallone da portare a "donna" Alicia e calciare forte verso Sarri.

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