Dybala: "Sogno 20 anni di Juve"

L'argentino: "Indosserei il numero 10, ma spero che Pogba resti. Il paragone con Messi non mi pesa"

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Dopo la conquista dello scudetto, Paulo Dybala si è raccontato a Tuttosport. Un'intervista a cuore aperto, tra presente e futuro. "Sogno 20 anni di Juve, diventerei anch'io un monumento come Buffon e Del Piero - ha spiegato la Joya bianconera -. Prenderei la maglia numero 10, ma spero che la tenga Pogba: lui può diventare come Pelè". Poi sul paragone con Messi: "Non sento il peso del confronto, ma per me è ora di vincere il Pallone d'Oro".

Sulla scia dell'entusiasmo di una stagione eccezionale, Dybala si gode il successo con la maglia della Juve: "Una stagione straordinaria: per come abbiamo vinto lo scudetto, per come è successo tutto, per la gioia. E' stato tutto come me lo aspettavo, perché nei miei tre anni in Italia mi ero reso conto che non c'era una squadra così forte e vincente come la Juventus, non esiste uno stadio come il nostro che impaurisce gli avversari, non c'è niente di simile".

"Sapevo di arrivare in una delle squadre più forti del mondo e così è stato. Non mi sono mai pentito della mia scelta. Mai - ha aggiunto -. Neppure nel momento più brutto quando avevamo dodici punti dall'Inter". "Ero consapevole che avevamo cambiato molto, che molti di noi dovevano capire cos'era la Juventus, che molti meccanismi erano da sistemare - ha proseguito l'attaccante bianconero -. E soprattutto sapevo che tutto era ancora nelle nostre mani: bastava vincere le partite... e così è stato". Un anno ricco di emozioni e momenti magici. "Il più bello? - ha raccontato Dybala -. Tanti, ma se devo dirne uno è stato il primo giorno in cui ho indossato la maglia della Juventus e ho realizzato di farne parte. E' stata un'emozione forte".

Poi sui gol segnati: "Il più bello è stato quello col Sassuolo. Perché quel tiro l'avevo provato, l'avevo studiato e volevo metterla proprio lì. Quello più difficile? Il rigore contro il Chievo. Eravamo sotto di un gol, non stavo giocando molto, ero al centro della critica ed era un momento difficile per la squadra". Quanto all'impatto con l'ambiente Juve, Pauolo ha potuto contare su dei compagni di viaggio speciali: " Il collega più importante è stato Marchisio, mi è stato vicino fin dal primo giorno. Buffon, Evra e gli altri veterani sono i più saggi, hanno un modo più maturo di affrontare lo spogliatoio. Ci insegnano a scherzare nei momenti giusti e a lavorare quando si deve lavorare. Non ho idoli adesso, ma i miei compagni in bianconero sono punti di riferimento".

E proprio in questo senso Dybala ha già capito quali sono gli esempi da seguire: "La mia carriera come quella di Del Piero o Buffon? Sì, me la immagino. La loro storia mi affascina. Vent'anni con la stessa maglia diventi un monumento. Sono promesse che non si possono fare perché logicamente non dipende solo da me, ma sarebbe davvero bello per me ripetere quelle carriere, vincere quello che hanno vinto loro rimanendo sempre qui alla Juventus".

Quanto al peso di questa annata straordinaria, la Joya bianconera non sembra subire molto la pressione. Nemmeno quando si parla della maglia numero 10: "Vorrei indossarlo, ma è occupato. Spero rimanga occupato per un bel po' comunque. Non so se Pogba rimarrà, è una sua scelta. Può diventare forte come Pelè e Maradona". E  in tema di numeri 10, nemmeno il paragone con Messi lo scompone molto: "Il confronto con Leo non mi pesa. Anzi, mi gratifica. Ma per me è ora di iniziare a vincere qualche Pallone d'Oro: Leo, alla mia età, ne aveva già vinto uno...". Infine spazio al rimpianto della stagione: "Il momento peggiore è stato l'eliminazione dalla Champions. L'ho vista alla tv da solo e senza neppure essere con la squadra a fare esperienza". Poco male, l'anno prossimo Dybala proverà a portare la Juve sul tetto d'Europa.

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