Bonucci: "Ho pensato di smettere"

Il difensore della Juventus: "Matteo ora è guarito"

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Leonardo Bonucci si confessa a cuore aperto in un'intervista rilasciata a La Repubblica, in cui ha ripercorso la malattia del figlio Matteo e ha rivelato: "Ho pensato di smettere". Ora il bimbo è guarito e il difensore della Juventus e della Nazionale è finalmente sereno: "Gli ripetiamo sei il nostro campione e gli leggo le favole".

Nessun rimpianto per la sconfitta della Juventus in Supercoppa, finale che non ha potuto disputare perché infortunato (rientrerà a metà gennaio). Leonardo Bonucci ha solo tanta gioia e gratitudine per un dono speciale arrivato in questi giorni di feste: la guarigione del piccolo Matteo. "E ' la fine della paura che è durata da luglio sino a pochi giorni fa. A Matteo ora ripetiamo spesso una sorta di mantra: sei tu il nostro campione, hai vinto la partita più difficile”, racconta Bonucci, ripercorrendo gli ultimi mesi di ansia per le condizioni di salute del figlio minore. "Estate, vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia. Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso -ricorda - All'inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All'ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio". "Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé - racconta Bonucci - Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino".

Bonucci ne approfitta anche per ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto lui e la sua famiglia in quei momenti delicati: "Sono uscito dall'ospedale e ho trovato ad aspettarmi una trentina di persone, famigliari e amici. Qualcuno aveva chiesto un permesso dal lavoro, altri avevano chiuso il negozio. Per loro, per i miei compagni di squadra, per i tifosi, non soltanto della Juventus, che ci sono stati vicini in questi mesi ho pianto in tv. È stata l'emozione di un grazie. Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall'intervento. Un recupero record".

La risposta positiva alle cure da parte di Matteo, che ha 3 anni, non ha però tranquillizzato il difensore e la moglie: "E' cominciata l'attesa dei progressivi miglioramenti, l'ansia di cogliere ogni piccolo passo in avanti, la speranza che il tempo necessario a dissipare i timori scorresse rapido - spiega Bonucci - In quelle settimane sono stato sfiorato dall'idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l'obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo". Ho capito che nel dolore tutte le famiglie si assomigliano. I privilegi si azzerano nella sventura, se vuoi riemergere devi lottare - dice il difensore ringraziando la moglie Martina che "mi ha aiutato più di tutti, con la sua determinazione, un'energia che sfiora la testardaggine. Mi ha dato stabilità, sempre lei mi ha tirato fuori dal pozzo dopo ogni caduta, come quando mi sono trovato, da innocente, sbattuto nell'inchiesta sul calcio scommesse. Mi ha insegnato a essere fiero di me stesso nel bene e nel male".

Qualche parola Bonucci la riserva anche al figlio maggiore Lorenzo, tifoso del Torino, e protagonista del selfie postato dal giocatore in occasione del derby: "O gli proibisco di frequentare i suoi migliori amici dell'asilo o me lo tengo così. Ci corre per casa imitando la cresta di Gallo Belotti. Voleva farsi stampare sul retro della maglia granata il nome di Pogba... gli ho detto che no, questo proprio non me lo poteva fa'".

Infine il riconoscimento alle tre persone che gli hanno cambiato la vita professionale (Carlo Perrone, che lo allenò alla Viterbese, l'ex mental coach Alberto Ferrarini e Antonio Conte) e una battuta sul rinnovo del contratto con la Juventus, firmato lo scorso 19 dicembre, che allontana le pretendenti inglesi (Manchester City e Chelsea, su tutte): "Vorrei diventare una leggenda qui".

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