"Dritti sui pedali e spingere"

Il tecnico nerazzurro: "Le motivazioni devono essere a duemila fino a fine campionato. Io devo meritarmi l'Inter"

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Alla vigilia della trasferta di Marassi, Luciano Spalletti è pronto per il lungo rush finale verso la Champions. "Le altre ci renderanno la vita difficilissima - ha spiegato il tecnico dell'Inter -. Dobbiamo avere la forza per fare 11 partite di un certo livello. Non bisogna più sbagliare, siamo in apnea da qui a fine campionato. Le motivazioni devono essere a duemila. Dritti sui pedali e spingere. Nelle ultime due gare sono cambiate tante cose".

La zona Champions passa da Marassi?
"Anche. Passa anche da altre partite, ma anche da questa perché la Samp ha forza e qualità. Gioca un calcio moderno, hanno uno staff tecnico preparatissimo. Nel loro stadio hanno lasciato pochi punti. Poi ce ne sono altre. Noi abbiamo bisogno di prestazioni e punti per arrivare all'obiettivo".

La squadra ha faticato in trasferta. Ti aspetti personalità dal gruppo?
"Mi aspetto anche questo, sì. Penso che il misuratore della forza e della personalità, del carattere, sia il Napoli. Loro giocano sempre allo stesso modo, fanno le stesse cose, hanno fatto gol a tutti. Il fatto che in alcune partite riusciamo ad avere quella forza e compattezza, quegli ingredienti che ci vogliono per giocare un calcio importante contro squadre forti è la soluzione a tutto. L'essenziale è ripetersi e metterci sempre queste qualità. Serve il cammino veloce perché deve essere il mio passo, non perché mi serve andare veloce".

Quando parla di minor qualità del Napoli è per lanciare una provocazione? E' un tentativo estremo di stimolare una risposta?

"Mi sembra sia più un problema vostro che nostro. Noi cerchiamo soluzioni, cerchiamo di metterci qualcosa in più, di buttarci più caratteristiche per far sì che la somma faccia una squadra fortissima, come abbiamo bisogno di essere. Magari non mi riesce di farmi capire, ma nella nostra qualità c'è dentro il carattere, la personalità, il passo, il modo di interpretare le partite. A volte non ce la mettiamo tutta, io dico le cose per far sì che ci sia una presa di considerazione e un riconoscimento, attraverso il dialogo, che possiamo fare di più".

Hai parlato con Perisic, difeso in pubblico ma che sembra l'unico che fatica a riemergere?
"Parlo un po' con tutti. Secondo me la flessione non c'è stata più di tanto, anche se giocatori che hanno questa qualità divina... Ieri Perisic è rimasto a calciare da solo, c'era Crespo che lo guardava da bordo campo e dalle sue considerazioni è venuta fuori la qualità eccelsa di questo ragazzo. Chiaro che se riuscisse a dare il massimo sarebbe tanta roba, ma diventa difficile per tutti, anche nelle altre squadre guardando la Champions o le coppe. A volte i calciatori passano dei periodi che non riescono a distribuire le proprie qualità in tutte le partite. Si accetta così sapendo che quelle qualità le ha e può rimetterle in qualsiasi momento".

Quali considerazioni farai guardando alle scelte a centrocampo?
"Nelle ultime partite dovevamo badare anche all'accumulo di fatica, ma l'importante diventa sempre scegliere. A volte queste scelte sono difficili, magari ti fanno paura e ti creano il dubbio, ma l'importante è scegliere per quello che l'obiettivo, ovvero vincere la partita. Chi ha quella qualità o quella convinzione che da questa partita non è che perdiamo tutto, ma possiamo guadagnare moltissimo".

Dal momento migliore, a dicembre, l'Inter ha preso più gol e ne ha segnati meno. Come lo spiega?
"I gol diminuiti dipendono anche dal momento che stai passando. Diventa più difficile far sì che le azioni vadano come vorresti quando stai andando male. Nelle ultime due partite sono cambiate molte cose che ho ben chiare. Da domani mi aspetto di vedere il continuo svolgimento delle cose che sono cambiate".

Dopo la questione sulla qualità, vuoi candidarti per allenare l'Inter virtuale?
"Io ho il contratto per due anni e devo meritarmi di poter lavorare nell'Inter. Ho a disposizione direttori che conosco da più tempo come Walter Sabatini o quelli che ho conosciuto quest'anno come Piero Ausilio. Attraverso la loro qualità siamo riusciti a portare due giocatori importanti. Io mi riferivo ai nomi che fate voi sui giornali, siccome mi raccontate che dite sempre la verità da qualche parte dovevano venire. Se poi si insiste troppo diventa un disturbo per lo spogliatoio. Però da questi discorsi abbiamo portato a casa Lisandro che dopo questo problemino di Ranocchia ci dà tranquillità perché completa il reparto. E poi Rafinha, che conoscevo meno, e che Walter e Piero mi hanno raccontato bene nonostante ci fosse questa difficoltà dell'infortunio avuto. Si sta vedendo che è una persona squisita sotto tutti gli aspetti ed è un calciatore che si è fatto apprezzare da subito nello spogliatoio. Io ambisco ad allenare la formazione vera".

Undici partite alla fine. Che cosa fa la differenza nel rush finale per la Champions tra le 3-4 squadre in lizza?
"Le squadre di alta classifica hanno fatto vedere di avere passo e corsa. Abbiamo vita difficile, ce la renderanno difficilissima. Dobbiamo avere la forza per fare 11 partite di un certo livello senza confronti. Non funziona fare una bella partita e giocarne due senza dare il massimo. Non bisogna più sbagliare, siamo in apnea da qui a fine campionato. Le motivazioni devono essere a duemila fino a fine campionato. Dritti sui pedali e spingere".

Tornando a Perisic e al discorso di qualità. Può pesare il fatto di avere il Mondiale vicino?
"Io l'ho visto sereno, naturale, tranquillo. L'ho visto esibire quella che è la sua qualità indiscussa. Io uno come lui lo vorrei sempre allenare. Ci sono periodi in cui non va nel modo che vorresti e bisogna sopportare e basta. Stare zitti e andare avanti. Più se ne parla e più si crea il problema. Ho fiducia nella persona, che è una grande persona, e nel calciatore. Se in fondo non avrà dato il risultato che doveva dare, mi si potranno fare tutte le domande che si vogliono".

In questa settimana Dalbert ha detto di aver scelto l'Italia per migliorare in difesa. Cosa gli manca per essere considerato una valida opzione?

"Secondo me sta crescendo, si sta allenando bene. Ha fatto vedere in un momento in cui magari poteva abbassarsi la voglia di allenarsi di non volerlo fare. Forse c'è stato uno svantaggio nell'arrivare quasi alle porte del campionato. E' giovane, non ha avuto la possibilità di conoscere in maniera più approfondita questo e non aver fatto quella piccola esperienza di conoscenza interna, quando lo mette di fronte alla partita ufficiale, per lui diventa un esame. Dà importanza al dover far bene a quella gara, ma è tutto a posto. Non siamo forse riusciti a mettergli a disposizione il massimo, non lo ha fatto vedere, ma è un investimento che darà frutti".

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