"Samp forte, Giampaolo bravissimo"

L'allenatore nerazzurro: "Dalla sfida col Napoli una squadra fortificata"

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Un fiume di parole, come suo solito. Ma, se vogliamo, con una pacatezza più accentuata: sintomo, forse, di soddisfazione e maggior serenità. Il pari col Napoli ha consegnato a Spalletti "un'Inter che torna dal San Paolo fortificata". Parole chiare quelle del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida con la Samp: "Mi è piaciuta la convinzione dei ragazzi, questo è uno dei gruppi migliori mai avuti. La Samp? E' forte e Giampaolo bravissimo".

Mister, cosa le è piaciuto di più sabato sera contro il Napoli?
“Tante cose mi sono piaciute, ma allo stesso tempo si deve trovare sempre qualcosa per migliorare. Non dobbiamo credere che ci sono dei dubbi sulla strada da percorrere ma dobbiamo fare ancora passi in avanti. Vogliamo arrivare lontano, dove ancora non lo sappiamo. Mi è piaciuto l'andare a giocarla, la convinzione dei ragazzi di giocarsela contro una squadra così. Qualche volta mi hanno fatto anche stringere i denti quando palleggiavano bassi, però sono usciti bene e creato anche qualche difficoltà al Napoli”.

Alla luce di tutto questo, quanto è insidiosa ora la partita con la Samp?
“Tutte le partite sono insidiose. Quando giochi con squadre con questo entusiasmo, classifica e allenatore sono ancora più insidiose. Sono costruiti bene. Giampaolo è uno fortissimo, dobbiamo essere bravi a ripartire da zero e affrontare le insidie di ogni partita, ci vogliono sempre la stessa attenzione, qualità e personalità. Bisogna riazzerare tutto".

Quanto sarebbe gustoso vincere per dare un segnale alle concorrenti?
"Non ci interessa mettere paura a nessuno, vogliamo creare un contesto dove ci si mette sempre qualcosa in più, cercare di andare sempre avanti e consolidare le nostre certezze. Guardiamo in casa nostra".

Pensa a un mini turn-over?
"Difficile dirlo, devo rivederli. dopo la partita col Napoli c'erano giocatori un po' affaticati, siamo a metà del guado visto che c'è una giornata ancora per recuperare. Domattina faremo qualcos'altro, oggi faremo qualcosa che possa permettere un completamento di recupero. Decideremo domani, funziona così anche per me".

L'inno della squadra dice 'Pazza Inter', negli ultimi anni gare come quelle con la Samp sono costate care. Bisogna fare un passo in più sul piano psicologico?
"La Sampdoria è forte, gioca un calcio importante. Quando prima dicevo di Giampaolo, forse gli sono stati tolti i pezzi migliori e la qualità di gioco è la stessa. Si parla spesso di allenamento dei muscoli, ma prima va allenata la testa oltre alle gambe. Quella ti crea i presupposti per anticipare ciò che accadrà e prepararsi per ogni partita. Bisogna valutare sempre queste insidie, ricreare i presupposti corretti fatti di metri, di contrasti, di palle recuperate, di rientri degli attaccanti per fare squadra corta. La Samp è del nostro livello, ci è arrivata davanti l'anno scorso. Ora perché noi dovremmo mettere dietro una squadra che l'anno scorso non ci fece vedere palla? Già lì è il ragionamento da fare. Siamo fortissimi, ma siamo la stessa squadra che in un momento ha fatto bene in un altro malissimo. Dobbiamo usare le nostre qualità, essere bravi a prenderle da noi e metterle in pratica".

Miranda ogni tanto esce palla al piede rischiando molto, è una cosa che preoccupa?

"Assolutamente... Miranda è quello che trasferisce agli altri giocatori la convinzione di essere forti. A volte se la prende comoda, ma se serve 5 mette 5,5, se serve 8 mette 8,5. Non esagera nell'uso delle sue qualità, ma serve che non dia vantaggi agli avversari e non lo fa mai. Non esagera, ma arriva sempre sull'obiettivo".

Giampaolo ha detto che lei parla bene di lui perché gli vuole bene. Ma perché lo reputa fortissimo?
"Perché sa fare bene il suo lavoro, lo conoscevo già perché ha allenato a Empoli. E' partito da niente e allena una delle squadre più forti della Serie A ed è finito nel mirino di grandi club. Se la merita tutta questa attenzione. Vorrebbe allenare l'Inter, ha detto. Io sarei il primo abbonato della stagione: per l'Inter sarebbe una garanzia, qui serve gente forte e lui sarebbe così. Si vede da come riesce a creare compattezza nel gruppo, nella capacità di lavorare fianco a fianco, nella professionalità e pignoleria nelle analisi, nei video post-gara, nel vedere gli avversari. Ha detto che se io sono ministro lui è all'opposizione? E' partita una rumba... Mi ha scritto il Ministro Lotti, mi ha detto che se tutti vogliono fare i ministri spero si liberi una panchina se no si resta senza lavoro".

Detto tutto questo di Giampaolo, che Skriniar le ha consegnato?
"Tu magari vedi giocatori perché ne parlano i tuoi collaboratori. Io se posso telefono all'allenatore, se la risposta è: 'Se mi levi anche lui...'. Gampaolo me ne ha sempre parlato benissimo, questo conferma la sua serietà".

Che effetto le ha fatto essere definitio da Sarri Ministro della Difesa?
"Sarri sa dare sempre il massimo professionalmente, sul piano qualitativo l'ho definito Ministro dell'Economia. Spero che lui abbia detto così perché ha pensato altrettanto. E' uno bravo, come me l'ha detto non lo so, ma può dire ciò che vuole".

Cosa ha detto la gara di Napoli sul piano della differenza tra le due squadre? C'è ancora tanto gap?
"Per ora sì, sul piano della qualità del gioco c'è differenza. Sono padroni di questa ricerca del gioco, hanno sicurezza delle loro qualità e sanno bene le giocate da fare: noi dobbiamo fare qualcosa in più, crescere ancora di più. Per dire, Vecino si sta mettendo a suo agio in un contesto dove forse non aveva la sicurezza di starci fino in fondo, perché nelle prime gare le sue percussioni non si erano viste. Lui deve stare tranquillo perché qui dentro sta bene, non è tirato in questo contesto. Si è visto in queste ultime due gare dove è apparso più tranquillo ed ha esibito le sue qualità".

Dopo aver affrontato Roma, Milan e Napoli, qual è lo step successivo di questa squadra?
"L'ho un po' detto, bisogna puntellare le scelte e avere una ricerca costante di nuove opportunità. Non ci facciamo tirare nel vortice delle domande e dei commenti, sappiamo come siamo fatti, i nostri pregi e difetti. Spero che anche per voi sia così... Continuate a domandare dello scudetto, ma fino a che ne parlate vuol dire che non lo siamo perché avete dubbi. Alla Juve non lo domandate mai, quindi per essere da scudetto serve che non ce ne parliate più. Dobbiamo migliorare alla Pinetina, usarne meglio le strutture per aumentare le qualità e le certezze, è un passo dopo passo. Se sei impostato bene col corpo hai fatto due passi nel giusto equilibrio. Poi potete dire ciò che volete, i giocatori assumono quelle sembianze che vogliono loro, perché sanno cosa vogliono e dove vogliono arrivare".

Cambiasso ha detto che Skriniar gli ricorda Samuel. A che punto è il suo processo di crescita?
"Ha ancora tanti margini di miglioramento. Ci piacque subito la sua risposta al momento della trattativa, poi ha confermato di essere quella persona lì, ha confermato al direttore la prima sensazione avuta. La sua volontà è sempre stata l'Inter, al direttore è piaciuto il suo modo di rispondere. Poi lui ha gli occhi espressivi, sa dove andare: quando si ha a che fare con ragazzi così è una scorciatoia per gli allenatori mettere i punti di riferimento per esibire la qualità di calcio. Per me è al 60%: è forte fisicamente, sa giocare la palla. Vedrete quante squadre saranno interessate a lui, e la cosa mi fa paura...".

Ha capito perché in questi anni l'Inter non ha reso come avrebbe dovuto? Cosa non ha funzionato?
"Sarebbe presuntuoso, come posso dire cosa non ha funzionato l'anno scorso. Io dico cosa funziona ora, cosa ho trovato adesso: un gruppo tra i migliori che ho mai allenato in vita mia. Stasera chi vuole può andare a casa a dormire, non impongo più niente a questi ragazzi. Io mi posso fidare di loro, sanno loro cosa fare, quali sono gli obblighi per stare dentro una squadra. Ognuno è allenatore di se stesso, quando io sono al punto di dover imporre perché temo certi atteggiamenti siamo rovinati".

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