Mentre l'Inter non abbandona l'obiettivo Champions, la classifica intanto dice cha le banda di Pioli, attualmente, sarebbe addirittura fuori dall'Europa e deve oltretutto guardarsi dal ritorno del Milan, a un solo punto di distanza. Cifre che impongono riflessioni ad Appiano Gentile, visto che il k.o. con la Roma è stato, su più fronti, una bocciatura a tutti gli effetti: per il tecnico e per la squadra, che non sono ancora ai livelli delle prime tre.
Al di là di qualche episodio più o meno dubbio, a San Siro la Roma ha vinto meritatamente e il match ha innanzitutto evidenziato una prima, sostanziale, differenza tra giallorossi e nerazzurri: da una parte una squadra organizzata, decisa, consapevole; dall'altra una formazione che ancora una volta è soltanto un esperimento, un tentativo, una speranza.
L'Inter era risalita in campionato grazie a sette vittorie consecutive tra metà dicembre e fine gennaio. Risultati importanti, quelli ottenuti da Pioli, arrivati con uno schieramento ordinato e un atteggiamento aggressivo e coraggioso. Il 4-2-3-1 come modulo di riferimento, un blocco di 8 titolari con qualche modifica concessa a seconda dell'avversario. Poi, con il rientro di Medel dall'infortunio, nell'ultimo mese le cose sono cambiate e il tecnico ha più volte scelto di passare alla difesa a tre, stravolgendo non poco gli equilibri che si erano venuti a creare.
Contro la Roma, ieri, si è vista un'Inter atipica, schierata con un 3-4-2-1 confusionario e poco efficace. L'intenzione del tecnico, con quattro centrocampisti schierati insieme (Gagliardini, Kondogbia, Brozovic e Joao Mario), era quella di incartare la Roma in mezzo al campo grazie al palleggio, per poi aprire il gioco sulle fasce o colpire centralmente con Icardi. Candreva e Perisic, costretti a percorrere l'intera fascia, erano però troppo lontani dalla porta e sono stati arginati facilmente, mentre i quattro in mezzo - che spesso finivano per calpestarsi i piedi - hanno fatto fatica contro i tre della Roma nonostante la superiorità numerica. Questo perché un'ottima organizzazione prevale sempre sui numeri. E la difesa a tre, poi, ha fatto perdere le giuste distanze tra i reparti anche perché D'Ambrosio e Murillo non sono certo gli interpreti migliori da utilizzare in un modulo di questo tipo.
Così per l'Inter è arrivato l'ennesimo flop in un big match: dopo il successo con la Juve, arrivato all'andata con De Boer, i nerazzurri hanno perso due volte con la Roma, col Napoli e con la Lazio in Coppa Italia, mentre un pari è arrivato nel derby. Pioli ha parlato di 12 finali da vincere, da qui al 28 maggio, per continuare a inseguire l'Europa che conta: per tentare arrivarci, prima di tutto, serviranno però ordine e idee chiare.
- L'Inter non subiva tre gol in Serie A dalla partita del 2 dicembre contro il Napoli (10 gare e tre gol subiti nel parziale).
- Cinque gol per Nainggolan contro l'Inter, la sua vittima preferita in Serie A.
- In questo campionato Icardi (24 presenze) ha eguagliato lo score della scorsa stagione di Serie A (33 apparizioni): 16 reti. Nei maggiori cinque campionati europei solo Lacazette (10) ha segnato più rigori di Perotti (sette).
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