Inter, l'affondo di Mancini mette all'angolo Thohir

Tocca al presidente chiarire quale progetto ha in mente

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Da grande attaccante ha alzato la testa, ha visto il corridoio giusto, ci si è infilato veloce e dal limite ha messo il pallone sotto l'incrocio. Uno a zero e palla al centro. Ora tocca agli altri. Quello che aveva da dire, fuor di metafora, Roberto Mancini lo ha detto in conferenza stampa: più chiaro di così non poteva essere. E, aggiungiamo, più interista di così neppure. Perché il Mancio ha parlato con la testa e col cuore: lucido nei concetti, passionale nei modi.

Adesso i riflettori si spostano su Thohir: adesso tocca al presidente smarcarsi, uscire dall'angolo in cui l'ha messo il suo tecnico. Mancini resta se sono contenti di lui. Tradotto: Mancini resta se il club è in sintonia con le sue idee, se il presidente dimostra di volere la Champions non solo a parole ma anche nei fatti, se si tenterà di ridurre concretamente il gap con Juve, Napoli e Roma, se i continui ammiccamenti societari si tradurranno in accordi finalmente concreti. Se insomma - lascia intendere il Mancio - dal piccolo cabotaggio si passerà realmente a veleggiare in mare aperto. Coi rischi conseguenti, sia chiaro, ma che il tecnico nerazzurro è pronto ad affrontare.

Altrimenti - e qui il colpo scenograficamente meglio assestato da Mancini - ci si saluta: senza strascichi o pendenze, prendendo "il contratto e strappandolo". Il colpo di teatro che chiude il primo e ci proietta nel secondo atto dello spettacolo: quello che stavolta vedrà sotto l'occhio di bue il presidente Thohir. Con Mancini - e alle sue spalle Massimo Moratti - spettatori "molto" interessati.

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