Inter, i dolori di Kondogbia: serve crescita mentale e tecnica

Il tecnico ha bocciato il centrocampista, soprattutto a parole. Ora è necessario recuperare il giocatore

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Se c'è un'eredità lasciata dal Mancini/2 in casa Inter sicuramente è quella di aver invertito la rotta sul mercato. Un po' come fece nel 2004, anche nel novembre 2014, quando il Mancio tornò sulla panchina nerazzurra, fece quello che sa fare meglio: chiedere giocatori pronti, di spessore, per far fare il salto di qualità a tutta la rosa. Nella prima sessione di mercato disponibile, infatti, arrivarono Podolski, Shaqiri, oltre a Brozovic. Sappiamo bene che i primi due non hanno esattamente lasciato ricordi indelebili, ma il loro arrivo fu indicativo.

Perché questa digressione iniziale? Perché Roberto Mancini è stato l'uomo che, forse, più di tutti, ha voluto portare all'Inter Geoffrey Kondogbia. A tutti i costi. E a tutti i costi significa che l'Inter nell'estate del 2015 ha ingaggiato un duello all'ultimo centesimo con il Milan per portare ad Appiano il centrocampista francese. Ricordiamo le scene di giubilo dei tifosi all'arrivo: il suo acquisto aveva un significato anche campanilistico, di smacco nei confronti dei cugini. 32 milioni di euro (più bonus che non si sono concretizzati), che pesano sul bilancio dell'Inter e sulla schiena del ragazzone classe '93. Ecco: una delle eredità più ingombranti del Mancio, al netto dei vari Candreva, Banega, Miranda, Murillo, Perisic (diciamolo, la rosa dell'Inter dal novembre 2014 è nettamente migliorata) è quella di aver investito soldi e credibilità sull'acquisto di Kondogbia.

Che domenica è uscito dal campo al 28' del primo tempo, frastornato, dopo aver perso tanti palloni tra cui quello del vantaggio del Bologna. Goffo, stralunato, incapace di incidere nella fase difensiva e in quella di impostazione. E allora perché tutti quei soldi? Si è trattato di un investimento sbagliato che peserà sull'Inter in maniera così drammatica? Calma. De Boer, che ha dimostrato di non avere alcun timore nelle scelte e nei rapporti con i giocatori (chiedere a Brozovic) ha tolto Kondo, ha messo il giovane Gnoukouri e nel post partita ha rincarato la dose. Tanti avrebbero coccolato il proprio calciatore dicendo: "Non è colpa sua, dovevamo sistemarci in campo". L'olandese è andato dritto per la sua strada: "Kondogbia non mi ascolta".

Quali sono i margini per ricomporre lo strappo ma soprattutto per recuperare il giocatore sia dal punto di vista mentale che da quello tecnico? Una cosa sembra chiara: è Kondogbia che deve aiutare se stesso. Forse l'abbaglio iniziale di considerarlo un potenziale nuovo Yaya Tourè non verrà mai cancellato. O forse sì. Il francese non sembra avere, almeno per il momento, le doti mentali e tecniche per avere un impatto devastante nel nostro campionato. Il fisico c'è ma spesso, troppe volte, Kondogbia sbaglia scelte, sbaglia la misura nelle giocate. Poi, di colpo, se ne esce con guizzi che lo hanno portato ad essere uno dei migliori della Champions di due stagioni fa. In fondo è sempre lo stesso che ha vinto accanto a Pogba il Mondiale Under 20 nel 2013.

In tutto questo l'Inter avrebbe bisogno di un Kondogbia più maturo, capace di fare da raccordo con la difesa, capace di far ripartire l'azione ribaltandola, magari strappando il pallone e poi gestendolo con sapienza. De Boer sta cercando di indottrinare il francese, che probabilmente per caratteristiche non è il profilo ideale per il proprio centrocampo. Questione di ruolo? Kondogbia fatica davanti alla difesa ma spesso ha dimostrato di non riuscire ad esprimersi da mezz'ala.

De Boer però non può arrendersi: Kondo è un patrimonio dell'Inter da non svalutare, inoltre deve recuperare anche Brozovic. L'Inter ha bisogno di entrambi: contro il Bologna, venuto a mancare Joao Mario, la manovra infatti è stata meno fluida. L'aver rispolverato Gnoukouri, però, è un altro merito da attribuire al tecnico, che ha puntato anche sul giovane Miangue. Insomma: De Boer dà fiducia a chi se la merita. Kondogbia se la sappia riconquistare. Per lui e per l'Inter.

- Primo pareggio stagionale per il Bologna – questo è anche il primo punto conquistato fuori casa dai rossoblu in questa campionato.
- L'Inter ha perso solo una (8V, 3N) delle ultime 12 partite casalinghe in Serie A (1-2 vs Torino, aprile 2016).
- Sono solo due i marcatori per l'Inter (Perisic-Icardi) in questa Serie A – dalla stagione 2005/06 non era mai successo dopo le prime sei giornate.
- Quello di Destro è il primo gol subito dall'Inter nei primi tempi di questa Serie A.
- Primo gol in nove partite di Serie A contro l'Inter per Mattia Destro.
- Secondo gol in sei presenze in questa Serie A per Ivan Perisic - entrambi realizzati a San Siro.
- Antonio Candreva non serviva un assist per due partite consecutive in Serie A da novembre 2014.
- Senna Miangue ha giocato 95 palloni contro il Bologna, più di ogni altro giocatore in campo.
- Contro l'Inter Mattia Destro ha disputato la sua 150ª partita in Serie A.
- Presenza numero 150 con la maglia dell'Inter per Samir Handanovic.
 

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