Inter, a Crotone per provare il quattro su quattro: "Fiduciosi e attenti, non presuntuosi"

Spalletti alla vigilia del match: "Icardi e Perisic sono i migliori. E Borja..."

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Tre su tre: Fiorentina, Roma e Spal. Ora il Crotone: per l'Inter capolista l'occasione per centrare il poker e portarsi a casa altri tre punti, in attesa poi delle risposte di Napoli e Juve. Trasferta comunque insidiosa per i nerazzurri: "Bisogna essere attenti, siamo fiduciosi, non dovremo peccare di presunzione" ha dichiarato Spalletti. "Formazione? Difficile scegliere visto come tutti lavorano e si impegnano. Ma questa è la nostra forza".

Mister, dopo tre partite che voto si sente di dare alla squadra?
"Per me è fondamentale l'impegno, l'attenzione, la voglia di essere squadra forte. Ho trovato piena disponibilità in questo senso ed ottimi risultati, do una notevole sufficienza"

Insomma, vede un gruppo che ci crede? Una squadra consapevole della sua forza?
"Sì, la vittoria passa solo attraverso la squadra, i risultati individuali fanno cambiare l'attenzione di una squadra".

E' un'Inter, la sua, dalle gerarchie ben definite?
"Ci sono titolari che giocano di più e titolari che giocano di me. Dal mio punto di vista quello più bravo e a cui do più attenzione è quello che ha un ruolo marginale e poi porta lo stesso contributo alla squadra. Quello per me è un campione"

Che Crotone si aspetta?
"Nicola è bravo, forte, l'anno scorso ha invertito la testa dei calciatori. La squadra sa quello che vuole, sta usando la strada giusta per raggiungere l'obiettivo. Loro stanno facendo molto bene.

Quale errore non deve fare assolutamente la squadra domani?

"Essere presuntuosa, credersi superiore. Nell'ultima partita ho visto molta disponibilità e credo che domani non commetteremo questo errore".

L'anno scorso la squadra ha perso molti punti contro le medio-piccole, come si fa a non ripetere questo errore?
"Partite come questa venivano interpretate come una fase interlocutoria del campionato rendendo il risultato casualità. Invece possiamo metterci del nostro. Non è la grande serata che diventa grande e basta, dobbiamo giocare 35 partite e sono tutte importanti e vanno giocate nel migliore dei modi per portare a casa il risultato. Ripeto, conosco bene Nicola, ha dimostrato di avere qualità, saper motivare i ragazzi anche quando sembravano spacciati e so cosa vuol dire andare a parlare nello spogliatoio e fargli credere una cosa diversa da quello che è realmente".

A centrocampo giocherà Borja Valero? Ha ancora dubbi sulla formazione?
"Il campione mette sempre il suo marchio sulla vittoria. E siccome l'Inter è fatta di molti campioni mi aspetto l'apporto di tutti. Il centrocampo? Tutti si allenano bene e mi rendono il lavoro difficile, i compagni si stimolano a vicenda a fare sempre meglio. Quello che diventa fondamentale è il risultato, quante partite giocano, come le giocano e poi portare a casa il contributo. Mettendo a disposizione della squadra la sua qualità".

Esuliamo un attimo dalla partita di domani. La sensazione è che alcune scuole europee (quella spagnola per intenderci) ci abbiano superato, dobbiamo rivedere qualcosa? Cosa ne pensa?
"Spagna-Italia è una sola partita ma prima l'Italia ne aveva vinte 12-13 giocando bene. Dipende dal momento in cui affronti determinate partite. Per me il nostro calcio si sta livellando a quello europeo, non si sta appiattendo, lo abbiamo visto anche ieri. Il nostro calcio non è più fatto di palle buttate, la Spal è venuta qui a giocare con fraseggi e costruzione da dietro, ora quasi tutte hanno il portiere che sa giocare con il portiere. Poche sparano via la palla sfruttando questa scorciatoia del superare la metà campo. Il calcio italiano è sulla buona strada e sta facendo vedere un'organizzazione importante. Il Napoli in Europa ha fatto anche vedere cose interessanti. Sono sempre fiducioso, in camera mia c'è sempre il sole e voglio andare avanti così. Anche quando penso a qualcuno dal quale posso prendere, vedo sempre il lato positivo e ci trovo sempre cose da imparare. L'Italia fa poi questi stage per capire quali giovani può lanciare in maglia azzurra, un grande lavoro che prima non veniva mai fatto. La direzione è giusta, poi a volte bisogna andare oltre le proprie possibilità".

La difesa fin qui ha subito un solo gol, in netta inversione di tendenza rispetto al passato, se lo aspettava?

"Mi aspettavo un miglioramento della squadra perché li vedo lavorare bene, attenti, vogliosi, si vede la disponibilità al lavoro, non siamo al bar dove si chiacchiera su chi potrebbe giocare. C'è il lavoro quotidiano, le esercitazioni, e quando vedi la squadra esprimersi in maniera corretta sei anche fiducioso sul risultato. Poi abbiamo giocatori fortissimi tra i titolari, vedi Skriniar e Miranda, che aiutano dietro. Anche a centrocampo chi gioca dà il massimo, e chi non gioca, vedi Gagliardini, può sempre entrare e mettere a disposizione la propria qualità. In alcune partite preferisci uno, in altre un altro, ma sono tutti forti e se fanno le cose da reparto, da squadra forte, viene fuori un buon risultato. Se il centrocampo fa bene filtro si prendono anche meno tiri, se l'attaccante non resta avanti dopo il gol sbagliato ma torna a riconquistare palloni, ecco che tutti partecipano alla fase difensiva. Se ci dividiamo i compiti tutti danno una mano e danno più qualità".

Icardi e Perisic sono i trascinatori di questa Inter, hanno determinato i successi di questo inizio di campionato. Ma, paradossalmente, possono essere anche un limite?
"Non la pensiamo in questo modo. Icardi e Perisic non sono due giocatori forti, sono due giocatori eccezionali, impossibili, sono i migliori che ci sono nel loro ruolo. Poi abbiamo anche altre potenzialità. Basterà giocare qualche altra partita per vedere che segneranno anche altri. Loro hanno buone qualità. Noi siamo sicuri che il nostro collettivo è un collettivo che funziona e che cerca di dare il massimo in ogni partita, è quello che diventa importantissimo".

L'Inter ha già vinto otto partite considerato anche il precampionato, arriverà il momento di difficoltà prima o poi. Lei è curioso di vedere la squadra come reagirà?
"No, non sono curioso (ride, ndr). Ci sono ancora 35 partite e domani ce n'è una di queste che dobbiamo vincere. Non dobbiamo pensare alla reazione a quella persa, dobbiamo vincere. Se poi dovessimo perdere si vedrà in quel momento. Sono curioso di vedere le motivazioni che metterà in campo la squadra per vincere come ho detto prima della partita contro la Spal. Non standardizzo un discorso da usare se si perde, dipende da come va la partita".

La sua Inter può prescindere da Borja Valero?

"Io do considerazione a tutti. Sono passate troppe poche partite, bisogna avere la pazienza di aspettare. Borja sa stare da tutte le parti, se lo metti nel Barcellona gioca lì, se lo metti in un'altra squadra dove giocano la palla la gioca ancora meglio. Il giocatore non si sente importante se fa il passaggio inutile, cerca assist e gol perché quello viene riconosciuto, io vedo anche i 70 palloni che tocca un giocatore e 68 sono buoni, anche se apparentemente inutili, perché quelli sono importanti. Borja è questo".

Un vantaggio non avere le coppe?
"No, non è sempre un vantaggio. Quando hai a che fare con molti giocatori è vero che recuperi qualcuno, ma la rosa deve essere adeguata. Se hai due partite alla settimana, quelli fuori li vedi vogliosissimi di determinare un risultato e farti cambiare idea, ma se un giocatore sa che gioca sempre la stessa formazione diventa difficile stimolarlo e incontrarlo tutti i giorni".

Nainggolan ha detto che non è trequartista, ma lo ha inventato lei. Sta facendo anche qui questo lavoro?
Di Francesco sa benissimo qual è il suo lavoro, il suo costruire una squadra, gli avrà detto cose differenti, a me sembrava che ci facesse comodo questo. Lui ha messo tutto a posto, mi ha dato la possibilità di aver pensato in maniera giusta, dipende dal risultato che ottieni in questo gioco, se non fai risultati diventa tutto leggermente più difficile.

Ma manca all'Inter il vero uomo dietro la punta?
Dobbiamo migliorare non solo in quel ruolo, il calciatore che snobba la crescita è quello che tradisce i risultati di squadra. Se a Roma avessi trascorso altri due minuti sull'1-0 avrei messo Eder, lo sa fare, gira intorno alla prima punta. Può giocarci anche qualcun altro. Sono tutte cose che verranno dando seguito al modo di interpretare gli allenamenti. Stiamo ragionando in maniera corretta e stiamo facendo le cose serie, dobbiamo andare avanti in maniera seria".

Luciano Spalletti ha parlato anche in esclusiva ai microfoni di Premium Sport di Icardi: "Va messa la massima clausola possibile, a livello di Isco e di tutti i top". Sul look biondo platino invece una battuta: "I miei calciatori si possono comportare come vogliono, l'essenziale è che non disturbino il lavoro di squadra. In questo caso se uno si gira davanti vede quel bagliore per cui lo riconosce meglio e riesce a servirlo...".

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