L'atteggiamento del Qarabag non ha reso facile l'inizio del match per i giallorossi. "La differenza è stata tra il primo e il secondo tempo - ha spiegato Di Francesco -. Non riuscivamo ad andare negli spazi e a muoverci senza palla. Eravamo bloccati e abbiamo creato solo su calci piazzati. Non ricreavamo mai le situazioni di vantaggio e volevamo tutti la palla sui piedi". "Nella ripresa poi la squadra si è espressa meglio - ha continuato -. E soltanto verso la fine ci è venuto un po' il 'braccino' anche perché qui a Roma non sono molto abituati a qualificarsi e a vincere in Champions". " Le mie squadre devono sempre cercare il secondo gol, non mi piace il palleggio fine a sé stesso", ha precisato il tecnico.

"All'inizio tutti ci davano per eliminati, ma i ragazzi hanno sempre messo in campo grande determinazione fin dalla prima gara con l'Atletico Madrid - ha proseguito -. Quella partita di sofferenza è stata l'inizio di questo grande cammino nel girone". Poi sul lavoro con la squadra: "I meriti sono del gruppo, io ho solo cercato di dare il mio pensiero, volevo entrare nella loro testa e credo di esserci riuscito: ma non mi accontento, c'è ancora molto lavoro da fare". "Io per atteggiamento e mentalità sono sempre propositivo e positivo, ho sempre creduto alla qualificazione", ha concluso.