Ingiusto mettere in secondo piano una squadra che negli ultimi anni in serie A si è dovuta inchinare solo ad una delle Juventus migliori della storia ma le precedenti tre campagne europee della gestione Sarri non avevano mai raggiunto un tale predominio contro una big e questo non può che essere merito della nuova guida tecnica.

Tanto si è detto della gestione a tutto tondo della rosa, uno dei principali motivi per cui è stato scelto da De Laurentiis, e non a caso anche ieri Ancelotti si è presentato con Maksimovic e Fabian Ruiz titolari, affidandosi anche a Verdi in corso d'opera. Ma il salto di qualità in Champions si è visto nell'atteggiamento, mai sottomesso con chi a maggio si giocava la coppa contro il Real Madrid, e in continuo crescendo: 3-5-2 a sorpresa, solo quattro tiri subiti da Ospina, Salah impalpabile, corsie laterali dei Reds bloccate e cambi finali che si sono rivelati l'azzardo giusto per vendicarsi dello 0-5 in precampionato.

Menzione d'onore per Lorenzo Insigne, vera ciliegina di questo inizio stagione azzurro. Bestia nera di Klopp (gli aveva segnato anche nel 2013, quando il tedesco allenava il Borussia Dortmund), si conferma in buona vena davanti ad Alisson, bucato due volte la scorsa stagione contro la Roma. Questo Napoli può permettersi di aspettare che uno tra Milik e Mertens vesta definitivamente la maglia di bomber della squadra: Lorenzinho non ha voglia di fermarsi.