Dalla corazzata Juve alla deludente Roma: ecco com'è cominciata la nostra Europa

L'Inter può tutto, Milan e Lazio rimandate e il Napoli...

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Il conto tutto sommato non è male, anche se certamente era logico aspettarsi qualcosa di più se non altro dal Napoli. Fatto sta che il primo giro europeo delle nostre formazioni si è chiuso con il saldo positivo di 4 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta. Anche se, specialmente le vittorie di Juve, Inter, Milan e Lazio hanno un evidente peso diverso. Ma andiamo con ordine e proviamo ad analizzarle singolarmente.

Dire che i segnali più confortanti siano arrivati dalla Juve a Valencia è certamente banale. Meno banale è la misura di una vittoria conquistata in dieci e su un campo difficile e la misura con cui il sucesso è arrivato. La Juve del Mestalla è una squadra che fa paura. Con o senza Ronaldo, quindi prima e dopo l'espulsione del portoghese, la formazione di Allegri ha dominato in lungo e in largo rischiando praticamente nulla e arrivando diverse volte vicina al vantaggio prima di chiudere il match con i due rigori di Pjanic. A impressionare è la solidità di una squadra che ha alzato ulteriormente il livello qualitativo - non solo con Ronaldo - e ha una capacità quasi unica di portare al tiro, e quindi anche al gol, praticamente tutti i giocatori dal centrocampo in su. Il problema principale, in questo momento, è trovare uno spazio adeguato per Dybala. Il resto è senza macchia. In un girone non banale, la partenza con un successo in trasferta è già una mezza garanzia oltre che una evidente prova di forza.

Se la vittoria della Juve al Mestalla ha già un certo peso, quella dell'Inter in casa contro il Tottenham, anche per come è stata raggiunta, ne ha uno perfino maggiore. La squadra di Spalletti è la più imprevedibile del lotto delle nostre formazioni europee. Imprevedibile perché, come ha dimostrato in questa prima fase della stagione, è capace un po' di tutto: di perdere contro Sassuolo e Parma, come di vincere contro il Tottenham. In un girone molto ma molto complicata, il successo contro gli Spurs è fondamentale. Può indicare la via - e qualcosa scopriremo già nella trasferta di campionato contro la Samp - ma innanzitutto indirizza la sua Champions. Lasciando perdere il Barcellona, imprendibile almeno sulla carta, è proprio contro gli inglesi che i nerazzurri dovrebbero giocarsi la qualificazione. Quindi 1-0 e palla al centro. Ma intanto a inseguire sono Kane e compagni.

Gli avversari erano quello che erano, le vittorie scontate o quasi. Quindi i tre punti contro l'Apollon Limassol e il Dudelange erano dovuti e basta. Come poi siano arrivati è un altro discorso. Lazio e Milan sono rimandate perché hanno fatto quello che gli si chiedeva ma faticato oltre misura. Sia Inzaghi che Gattuso hanno sfruttato la rosa con un ampio turnover. Entrambi tutto sommato possono essere contenti, ma sia Lazio che Milan hanno ancora parecchio da dimostrare e qualche margine di miglioramento. Possono essere ma non sono. Il cammino in campionato, con un calendario anche abbastanza simile, rispecchia questa tendenza a essere incompiute e discontinue. L'Europa non doveva e non è stata l'occasione per fornire qualche certezza in più. Quindi ci si accontenti dei tre punti, almeno fin qui. Per il resto servirà un passo in avanti.

Difficile interpretare la partita del Napoli a Belgrado. La squadra di Ancelotti ha dominato, chiudendo con un possesso palla imbarazzante e un conto significativo di occasioni da gol. Sprecate, però. Il pareggio contro la Stella Rossa può pesare e peserà, perché come l'Inter, anche il Napoli è finito in un gruppo in cui il margine di errore è ridottissimo. La vittoria del Liverpool contro il Psg consente ad Ancelotti di pensare alle prossime sfide senza troppi affanni, ma già il prossimo giro di ruota, al San Paolo contro i Reds, non deve essere fallito. Per passare gli azzurri devono vincere, almeno in casa, contro le dirette concorrenti e tornare dalle trasferte di Liverpool e Parigi con qualcosa in tasca. Altrimenti lo 0-0 di Belgrado avrà un peso decisivo nella corsa alla qualificazione.

D'accordo, aveva un esordio al limite dell'impossibile contro i campioni d'Europa in carica sul campo più difficile di tutta la Champions. E d'accordo, perdere a Madrid era prevedibile. La sconfitta contro il Real, unita a un pessimo avvio di campionato, ha fatto giustamente suonare l'allarme in casa Roma. Rispetto alla squadra che un anno fa si era arresa solo al Liverpool in semifinale - e in che modo, con la qualificazione a un passo -, il passo indietro è evidente. Di Francesco sta facendo molta fatica, non trova gli equilibri e soffre moltissimo soprattutto a centrocampo, dove Nzonzi e De Rossi hanno un passo troppo compassato per la Champions e le cessioni di Strootman e Nainggolan pesano già moltissimo. Il girone è alla portata, quindi nulla è perduto. Ma la Roma di questo primo mesetto è in notevole difficoltà. Le prossime due settimane, con le tre gare di campionato e la sfida di Champions contro il Viktoria Plzen, potrebbero già essere decisive. E attenzione al derby, che precede di una manciata di giorni una sfida europea che non si può assolutamente sbagliare.

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