Champions League: Zidane contro Klopp, filosofie opposte allo scontro finale

Real Madrid e Liverpool si giocheranno la finale di Kiev. Il pragmatismo di Zizou contro il gioco offensivo del tedesco, ma in finale...

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Real Madrid-Liverpool promette scintille. La finale di Champions a Kiev ospiterà due squadre spettacolari che fanno dell'attacco il punto di forza, ma guidate da due allenatori - Zidane e Klopp - con due filosofie all'opposto. Da una parte l'equilibrio di Zizou, fine tattico e straordinario gestore di un gruppo di campioni. Dall'altra Klopp, padre del Gegenpressing e del gioco offensivo, anche a scapito di una fase difensiva piuttosto allegra.

Filosofie e modi di approcciare alle sfide decisive diametralmente opposti che rendono l'atto finale della Champions una partita imprevedibile, plausibilmente spettacolare, ma molto meno decifrabile di altre.

Da una parte c'è Zidane, l'allenatore che sa solo vincere, pressoché infallibile nei tornei giocati fuori dalla Liga. Una sorpresa capace di far ricredere tutti nel giro di pochi mesi, andando a conquistare la Champions dopo aver preso il posto di Benitez alla prima esperienza alla guida della prima squadra. Un gestore straordinario capace di leggere le partite tatticamente e soprattutto mentalmente, imponendo ai suoi giocatori - dei fuoriclasse assoluti - una mentalità del lavoro vincente che ben si sposa con quella del suo gioiello CR7. Gli schemi utilizzati non hanno presentato chissà cosa di innovativo, ma nella semplicità delle proposte - se fatte al meglio - risiede il segreto dei successi del Real Madrid sotto la sua gestione, migliorando tatticamente e non solo giocatori chiave come Casemiro, il vero equilibratore della squadra.

La voglia di vincere nel gruppo non manca mai e la dimostrazione è la quarta finale di Champions League negli ultimi cinque anni, ma è la capacità del Real di reagire nei momenti difficili che ha saputo fare la differenza nelle ultime stagioni, facendo leva sulle certezze: Sergio Ramos in difesa, che quando è mancato come contro la Juventus al Bernabeu si è decisamente notato; il palleggio di Kroos e Modric in mezzo al campo equilibrato da Casemiro; e la potenza fenomenale dell'attacco con CR7 aiutato dai vari Isco, Vazquez, Asensio, Benzema e Bale. Un gruppo fenomenale guidato alla perfezione con rigore e mentalità.

Dall'altra c'è probabilmente l'opposto. A livello di immagine ovviamente, perché tutto si può dire su Jurgen Klopp tranne che non sia preparato tatticamente. Anzi, il tecnico tedesco già dai tempi della Bundesliga con Mainz e Borussia Dortmund ha dimostrato di essere un rivoluzionario da quel punto di vista, l'anti-Guardiola per eccellenza e anche l'avversario più difficile da battere per Pep (eliminato ai quarti, guarda caso). Scrivi Klopp e pensi al Gegenpressing (spiegato qui), al gioco d'attacco e alla pioggia di gol subiti dovuti a una fase difensiva non troppo solida. Una macchina perfetta che quando funziona a meraviglia è imbattibile, ma che vive sempre in bilico tra l'impresa e il flop clamoroso. Ed esattamente così si presenterà a Kiev: probabilmente l'unica squadra in grado di far impazzire il Real Madrid nella migliore delle ipotesi, oppure la vittima sacrificale del pragmatismo di Zizou. Certo il numero di finali di Champions giocate dai giocatori in rosa, zero, non aiuta.

Il 4-3-3 di Klopp in ogni caso è uno spettacolo da ammirare e studiare, frutto di una filosofia particolare del tecnico tedesco che fa del ritmo ossessivo un valore imprescindibile e che forse solo Salah, Mané e Firmino possono reggere. L'obiettivo di sconfiggere le big del calcio sta riuscendo grazie proprio alla fase offensiva con un Salah tirato a lucido e fenomenale come non mai con le sue sgroppate e le sue giocate dentro e fuori dall'area; poi c'è Bobby Firmino, centravanti e fantasista allo stesso tempo, ma spesso anche regista avanzato per lanciare le folate esterne. Infine Mané, il meno prolifico ma anche il più veloce e imprendibile quando lanciato in profondità. Un tridente imprevedibile, ben assortito e disposto a sacrificarsi per pressare gli avversari appena perso il pallone. Come detto, però, serve la perfezione e le squadre di Klopp spesso in finale sono state punite da se stesse. 

Proprio nei freddi numeri sta la differenza tra Zidane e Klopp in questo momento a livello di blasone, quelli non mentono mai. La lucidità del francese, infatti, è risultata utilissima nelle sette finali vissute da allenatore del Real Madrid. Un percorso netto fatto di sole vittorie.

FINALI ZIDANE
Giocate: 7
Vinte: 7
Perse: 0


Oltre alle ultime due Champions League contro Atletico Madrid e Juventus, Zizou ha conquistato anche i conseguenti Mondiale per Club e Supercoppa Europea rispettivamente contro Kashima Antlers e Gremio, Siviglia e Manchester United. In bacheca anche la Supercoppa di Spagna contro il Barcellona con una doppia vittoria.

FINALI KLOPP
Giocate: 10
Vinte: 3
Perse: 7


Decisamente diverso il rapporto con l'atto finale per il tedesco che su 10 occasione avute ne ha portate a termine solo 3, e tutte in Germania perdendo le due finali europee. Dopo aver battuto il Bayern tre volte tra DFB Pokal e Supercoppa di Germania tra il 2012 e il 2014 (anno dell'ultima vittoria in finale) alla guida del Borussia Dortmund, per Klopp sono arrivate grandi delusioni. Nel 2013 il sogno della Champions League è svanito nei minuti finali di Wembley contro il Bayern Monaco, mentre nel 2016 la finale di Europa League alla guida del Liverpool è finita al Siviglia di Unai Emery. Infine due finali di coppa perse, altrettante di supercoppa di Germania e la finale di Coppa di Lega inglese.

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