LIGUE 1, NIANG DIMENTICA L'ITALIA

L'attaccante franco-senegalese spiega i motivi dell'addio al Torino

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Una nuova avventura in Francia per M'Baye Niang, alla corte del Rennes. Un ritorno alle origini per il franco-senegalese, cresciuto calcisticamente in Ligue 1 dove è tornato per rilanciarsi. Dopo stagioni con alti e bassi l'addio alla Serie A, che l'ex Torino ha giustificato così: "In Italia era diventato tutto più complicato, sono andato via perché avevo il bisogno di ritrovare il sorriso e la gioia di giocare a calcio".

Cresciuto nelle giovanili del Caen, club col quale ha fatto il proprio debutto tra i grandi a 16 anni e ha conquistato la Serie A ed il Milan a 17, il classe '94 non si pente delle scelte fatte. Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni dell'Equipe il francese, naturalizzato senegalese nel settembre 2017, non vede nel ritorno in Francia un passo indietro per la sua carriera: "Non sono d'accordo con chi dice che il Rennes stia un gradino sotto, sono venuto in un club che ha tante ambizioni. Ho un'idea in testa per rilanciarmi e ho voluto seguire la logica. Al Torino ho avuto degli alti e bassi, la stagione è andata bene da novembre a marzo e poi tutto si è fatto più complicato. Ho giocato tanti anni in Italia, ho fatto quello che dovevo fare anche in club importanti come il Milan. Mi sono fatto trovare pronto quando sono stato chiamato in causa".

"Quando a 16 anni entravo in campo lo facevo per divertirmi ed è per questo che mi riuscivano giocate niente male. Ero spensierato, poi mi hanno cominciato a conoscere e non è stato più così", ha proseguito l'attaccante. Tra le esperienze in Italia, oltre Milan e Torino, anche quella con il Genoa. Ma per Niang l'apporto più importante in carriera è arrivato dalle vecchie stelle rossonere: "Quando hai in squadra giocatori come Mexès, Ambrosini, Robinho, Boateng e Abbiati è sicuramente più facile vincere i momenti più turbolenti. Sono comunque felice di aver commesso i miei errori in passato perché mi hanno permesso di crescere e di poter diventare un giorno un padre con la testa a posto".

Tra i tanti "scivoloni" dell'ex granata ci sono anche diversi guai con la giustizia. Il primo già nel 2012 quando, fermato al volante senza patente, si spacciò per il compagno di squadra Traoré. Difficile anche da dimenticare anche l'incidente in Ferrari a Montpellier: auto distrutta e ritiro della patente per l'attaccante che negò di essere alla guida del mezzo. Ripensandoci, al senegalese scappa un sorriso: "La Ferrari? C'è ancora, ma la tengo ben nascosta".

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