Da CR7 a Modric passando per Zidane: Real Madrid, estate da incubo

Perez ha incassato diversi rifiuti da Chelsea e Juventus, ma non è ancora finita

  • A
  • A
  • A

In Europa non c'è nessuno come il Real Madrid. Quattro Champions League vinte negli ultimi cinque anni, non ci sarebbe modo di pensare a un'isola più felice di Valdedebas nel calcio in questo momento, eppure. L'estate 2018 sarà ricordata dalle parti di Madrid come una delle peggiori di sempre: la festa rovinata dall'annuncio di CR7, l'addio di Zidane,  i "no" pesanti incassati da Hazard, Pjanic e Allegri, i capricci di Modric. E non è ancora finita.

La finale vinta a Kiev contro il Liverpool doveva essere l'apoteosi sportiva, la certificazione di una squadra pressoché imbattibile e capace di scrivere record difficilmente battibili a stretto giro di posta. In pochi potevano immaginare che proprio nella notte dello stadio olimpico della capitale ucraina, avrebbe avuto inizio l'estate terribile del Real Madrid. Stimoli, progetti, tensione accumulata. La terza Champions di fila alzata al cielo ha scoperchiato un vaso di pandora fino a quel momento tenuto ben sigillato e nascosto alla critica, partendo con la frase repentina di Cristiano Ronaldo direttamente dal campo "E' stato bello Real" fino a delle decisioni inaspettate che hanno complicato gli ultimi mesi di Florentino Perez.

Pochi giorni dopo quella frase che ha reso possibile l'inimmaginabile, cioè l'addio di CR7 avvenuto poche settimane più tardi per fortuna della Juventus, è arrivato un fulmine a ciel sereno lanciato da Zinedine Zidane, il tecnico dei trionfi. L'addio annunciato in conferenza stampa ha sorpreso tutti, perfino Florentino Perez, scatenando una serie di avvenimenti difficile da controllare in contemporanea. Mancanza di stimoli nuovi, probabilmente: voglia di nuove sfide per vincere ancora, ma da altre parti. 

Dall'addio di Zizou in poi al Real hanno perso un po' di lucidità, presi dalla fretta di calmare le acque ma costretti ad affrontare attacchi continui e contemporanei da più parti. La prima mossa un po' così, azzardata diciamo, è stato l'annuncio di Lopetegui come nuovo tecnico. Il ct della Spagna per accettare la corte Real è stato cacciato dalla federazione alla vigilia del Mondiale attirando su di sé - complice la società - l'ira dei tifosi spagnoli. Non solo, con l'arrivo di un nuovo allenatore anche la strategia di mercato è cambiata in corsa e inaspettatamente, con l'addio di Ronaldo a complicare decisamente il tutto.

Il passaggio del portoghese alla Juventus ha lasciato un vuoto importante soprattutto in termini di fuoriclasse. Perez ha provato e sta provando a correre ai ripari, ma le quattro Champions vinte in cinque anni hanno avuto il potere di spaventare più o meno tutti e stuzzicare le avversarie, sempre più propense ad approfittare di questo momento complicato del Real. Il primo "no" importante è arrivato da Massimiliano Allegri, contattato da Florentino ben prima di Lopetegui. Una scelta di rispetto per Agnelli, ha commentato il bianconero, ma con la sensazione forte che ereditare una panchina del genere dopo i trionfi di Zidane sarebbe stato un "suicidio sportivo".

Poi è toccato al campo. Lasciando perdere praticamente subito la pista Neymar, troppo complicata, i rifiuti più grandi sono arrivati dal Chelsea per Hazard e sempre dalla Juventus per Pjanic, aspettando l'ultima parola per dire lo stesso su Pogba e lo United. E' arrivato Courtois dai Blues, ma non era certo l'obiettivo primario per ripartire alla grande. Infine, sempre per far piovere sul bagnato, la questione Modric ha tenuto i tifosi del Real col fiato sospeso. Il croato - come Ronaldo - ha espresso la volontà di cambiare aria con l'Inter sullo sfondo, ma questa serie di rifiuti incassati sta convincendo Perez a tenere duro col giocatore, almeno fino alla Supercoppa Europea. Da vincere, sperando di placare l'estate da incubo.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti