Brasile: riecco Neto, superstite della tragedia della Chape

Il centrale è quasi pronto per il rientro in campo

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Sono passati quasi due anni da quell'orribile notte del 29 novembre 2016, quando un tremendo schianto in Colombia si portò via quasi tutta la Chapecoense travolgendo il mondo del calcio con un'ondata di dolore. Da quella strage si salvarono solo tre giocatori. L'ultimo a essere salvato, quando nessuno più si aspettava di trovare un essere umano vivo in mezzo a quella massa di detriti e rovine, fu il difensore centrale Neto, all'anagrafe Helio Hermito Zampier Neto. L'avevano dato per morto e l'immediato post-incidente non sembrava alimentare grandissime speranze. In questi due anni, Neto è stato operato a un polmone, al un ginocchio, al polso e addirittura al cranio. Per non negarsi nulla, venerdì è stato operato in artroscopia per sistemare una cartilagine del ginocchio. Nel frattempo ha scritto un libro che si intitola "Posso credere nel domani" per raccontare la sua vicenda.

Fin qui la storia. Ma c'è anche una notizia: Neto sta per tornare in campo. Proprio quest'ultimo intervento, davvero irrisorio se confrontato con tutti gli altri, è quello che può dare il via libera al rientro. Entro 15 giorni Neto dovrebbe essere in grado di tornare ad allenarsi quasi regolarmente. Questa dovrebbe essere la volta buona, perché già alla fine del 2017 aveva provato a giocare una partita amichevole e all'inizio del 2018 aveva iniziato ad allenarsi con continuità. Adesso a 33 anni non vuole esagerare con l'ottimismo: "Per me già essere vivo è un grande regalo di Dio. Se poi potrò tornare in campo e dare una mano alla Chapecoense, tanto meglio". Gli altri due giocatori superstiti sono il terzino Alan Ruschel, che è già tornato a giocare in partite ufficiali, e il secondo portiere Jackson Follmann, che dopo aver subìto l'amputazione di una gamba è diventato l'ambasciatore della Chapecoense nel mondo.

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