Argentina, Camoranesi debutta in panchina con un pareggio

Il suo Tigre strappa un 1-1 in casa dell'Argentinos Juniors. Si avvicina il debutto di Redondo jr

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Buona (abbastanza) la prima. Mauro German Camoranesi debutta su una panchina di A alla guida del Tigre e strappa un pareggio in casa dell'Argentinos Juniors. Un po' di rammarico perché El Matador allenato dall'ex juventino e campione del mondo 2006 era andato in vantaggio dopo appena un quarto d'ora grazie a un gol di Erick Correa ed è stato raggiunto a 18' dalla fine dalla rete di Luciano Cabral. Nel complesso una prova più che discreta quella del Tigre, squadra della zona nord del conurbano di Buenos Aires con un grande seguito di tifoseria ma dalla bacheca desolatamente vuota anche se con tre prestigiosi secondi posti nell'ultima decade (tornei di Apertura 2007, Apertura 2008 e Apertura 2012).

Per Camoranesi, che aveva già avuto un'esperienza in panchina alla guida del Coras Tepic, serie B messicana, il battesimo con il calcio che conta comincia comunque positivamente. Ad affiancarlo nell'avventura al Tigre come “secondo” Leonardo Miglionico, ex difensore di Piacenza, Sampdoria, Livorno e Lecce. A sua disposizione non ci sono grandi stelle: solo un nome noto ai tifosi italiani, quello di Ezequiel Cirigliano, centrocampista ex Verona senza troppa fortuna nella sua unica stagione italiana (2013-14, 13 presenze in A ma deludendo le attese che lo indicavano come possibile regista-rivelazione del campionato). E un giovane virgulto classe '94 dall'impegnativo nome e cognome di Fernando Redondo junior, figlio d'arte di quel Fernando Redondo due volte campione d'Europa con il Real Madrid ma sfortunato nel suo approdo italiano al Milan causa infinita serie di infortuni. Per ora Camoranesi ha portato Redondo jr in panchina ma il debutto del Principino si avvicina. La classe dicono essere quella di papà, come anche già un pizzico di malasorte che lo ha già fermato un anno per la rottura del crociato del ginocchio destro. Adesso tocca a Camoranesi plasmarlo e provare a farlo diventare un buon giocatore. Magari infondendogli anche un po' di quella grinta che a Maurito non ha mai fatto difetto…