Spalletti: "Ho visto il Bologna contro il Napoli: sarà dura"

Il tecnico: "La partita di Crotone ci ha detto molto. Icardi e Perisic, non solo gol e elogi: devono fare anche lavoro di squadra"

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Verso Bologna, cambia l'Inter di Luciano Spalletti? "Cambiare qualcosa non so. Due partite in tre giorni impongono riflessioni. Magari a centrocampo farò rotazioni". Dopo quattro vittorie, cosa succede? "Succede che ne dobbiamo vincere cinque, sei, sette e sembra facile e invece è il contrario. A Crotone abbiamo fatto fatica. A Bologna sarà dura". Icardi senza gol, per una volta? "Icardi in area di rigore è un serpente. Non sbaglia. Ma io da lui e da Perisic mi aspetto di più fuori dall'area".

E' la quinta fatica. Quinta vittoria? Un passo alla volta, l'Inter di Luciano Spalletti (ri)scopre se stessa e le qualità che emergono. Dal complicato 2-0 di Crotone alla trasferta di Bologna, con 12 punti già in archivio e la voglia/necessità di non sbagliare sul più bello. L'avversario è alla portata, ma le insidie il mondo nerazzurro le conosce bene per averle vissute e sopportate fin troppo negli ultimi sei anni. E Spalletti lo sa bene.

"Le fatiche di Crotone -dice- sono un po' recuperate, su quel campo le fatiche sono state superiori alla media. Loro hanno avuto più crampi di noi. Io stamane li ho trovati tutti molto adeguati a quelle che sono le esigenze e il momento, ovvero due gare in tre giorni, quindi credo che non avrò problemi".
Parliamo di Icardi. Dove e come può migliorare?
"Beh, mi fa piacere che si parli così. Per una settimana si è fatto e detto di tutto su di loro, dico Icardi e aggiungo Perisic, elogi e quant'altro dopo le loro prodezze. Dopo, diventa difficile fare meglio e andare oltre. Noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi. Icardi, e mi ripeto, dentro l'area di rigore è quasi irripetibile, è serpentesco. Poi se esce dall'area e stana il difensore, è un qualcosa in più che non gli toglie niente rispetto ai suoi numeri da goleador che sono notevoli".
L'Inter fra le prime tre: due mesi fa, chi l'avrebbe detto...
"Non lo so. E bene che la squadra sappia che non siamo così collaudati da inserire il pilota automatico. Dobbiamo procedere curva dopo curva. Il campionato in due parti, le piccole e le grandi, però prendiamo il Crotone: è una squadra che sa dove sta e cosa fare sul campo, ci ha creato difficoltà, loro sono stati bravi e noi altrettanto, magari con qualcosa di personale come ha fatto Handanovic. La Juve ha vinto campionati dietro le parate di Buffon... Noi dobbiamo essere concentrati e consapevoli di stare attenti, reattivi su qualsiasi pallone, su quei tempi sottili che fanno la differenza anche contro le squadre che non sono etichettate come grandi".
Joao Mario alla Nainggolan: è possibile?
"A me piacciono i centrocampisti che ruotano di continuo. Il centrocampo che ruota non è marcabile, poi è chiaro che ci vuole qualità nel fare le cose e giocare nella zona che conta, ovvero la trequarti avversaria. Bisogna imparare a farlo, le posizione, la postura del corpo, il seguito che si dà alla palla. Con calma, si va avanti con calma. Se qualche volta la prima punta viene incontro va bene, si diventa meno prevedibili, diventiamo una squadra che sa leggere la partita. E in quel ruolo devono entrare anche Candreva, Perisic, Eder lo sa fare benissimo. Joao Mario lo può fare, Gagliardini è uno che fa tanto lavoro e se talvolta sbaglia è anche perché l'ho messo in una posizione che non è troppo consona al suo fisico, però è uno che c'è sempre, è uno che pulisce il campo, si prende una fetta di campo e quella fetta è sua".
Rotazione di centrocampo: qualche scelta nuova?
"E' difficile dirlo adesso, in questo momento ci vuole un tempo in più per pensarci, fino a domani pomeriggio".
Le sei grandi non hanno perso punti contro le squadre piccole: solo la Lazio, con la Spal.
"Vero. Tra le grandi, o comunque quelle da temere, io ci metto anche il Torino, la Samp, l'Atalanta. Ma quando giochi contro le piccole non si deve sbagliare una mossa, penso alla trasferta di Crotone, penso alla Spal a San Siro. La squadra forte in certi momenti è un po' presuntuosa, magari inconsciamente. Certe squadre poi vengono fuori all'improvviso... Penso al Sassuolo, all'Atalanta della scorsa stagione. Bisogna avere individualità e collettivo, il collettivo che hanno le piccole-medie e che restano a galla proprio per la grande organizzazione. Le grandi devono essere così, con le individualità che emergono solo se hai un grande organizzazione. La trappola è dietro l'angolo, se non continui a essere attento e speculativo".

Come si risolvono certe partite che sembrano bloccate?
"Bah, si possono fare tante cose, spesso sono sbagliate: se si va troppo avanti, se si lasciano spazi e gli altri non ti perdonano. Tutti si devono prendere le responsabilità per alleggerire il peso degli altri. Riprendo il discorso di Perisic e Icardi: loro devono stare dentro la squadra, loro non devono solo prendersi il gol e gli elogi. L'Inter l'anno scorso l'ho vista bene, è come se ci fossi stato io".
Gli scontri diretti quanto peseranno?
"Ora si dà tutto per scontato, cinque-sei-sette partite da vincere e non è facile. Poi ci sono partite che per entusiasmo ed euforia ti danno tanto. Poi è chiaro che le vittorie negli scontri diretti ti danno una certezza in più, l'euforia che non deve essere mai troppa, la fiducia che viene certificata. La vittoria non te la concede nessuno, devi solo meritarla. Ora abbiamo vinto quattro partite, il Bologna viene da sconfitte, ma loro li ho visti contro il Napoli, gli sono saltati addosso, poi è venuto fuori il qualcosa in più del Napoli. Ma è stato difficile. Noi dovremo essere tignosi, non vivere di rendita. Come quando si prendono bei voti e poi studi di meno: e allora cadi. Un errore così non lo accetto".
Dalbert come procede?
"Il ragazzo ha delle qualità indiscusse, corsa e piede, una fase difensiva fatta di contatto e non solo di posizione. Si fa valere. Noi siamo tranquilli. Dalbert ha fatto la sua parte, magari ha fatto vedere di essere un po' timoroso, ma in realtà era molto concentrato, forse troppo".
Cancelo quando torna?
"Il giocatore deve recuperare con calma. Non bisogna correre rischi, se non ci sono necessità è meglio dargli un giorno in più. Noi siamo lì a misurare le cose. Un po' come Santon: non si rischia niente, prima di tutto la sua incolumità".

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