Spalletti: "Martedì ho sbagliaio io"

Il tecnico: "Serve l'Inter al top. Il primato me lo voglio tenere il più a lungo possibile. Mercato? Chiedo Intesta, Sergio Ramos e Sanchez..."

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L'ultima immagine, l'Inter dei giovani che soffre il Pordenone. "Ma ho sbagliato io, troppi cambi", dice Spalletti. Ora si torni alla normalità, all'Inter dei titolarissimi. "Partiamo dalle nostre certezze con la voglia di non mollare il primato: me lo voglio tenere il più a lungo possibile". Unico assente: Joao Mario. "Questa Udinese ha forza e qualità. Non mi fa dormire. Ma della mia Inter mi fido molto".

"Si è già parlato delle difficoltà che abbiamo incontrato contro il Pordenone. Ne parlo ancora. Sbagliato dire che i giocatori l'abbiano presa sottogamba. Il problema è stato nella gestione delle nostre forze, forze tecniche. Il reparto d'attacco tutto nuovo forse ha creato un po' di difficoltà, forse io ho cambiato troppo. E nel complesso qualcuno non ha reso al meglio. Poi qualcosa bisogna dire alla squadra... Io vengo dalla campagna, dalla natura vera, so come si comporta il predatore sulla preda, ci mette sempre il massimo della forza, e noi abbiamo centrato questo fatto qui".
Quei 120 minuti di martedì peseranno?
"No. Se ci andiamo a lamentare per tre impegni in otto giorni, vuol dire che qualcosa non va bene. I giocatori hanno recuperato, i giocatori vogliono vincere tutte le partite, anche quelli che avevano i muscoli pieni di fatica, tipo Eder, Nagatomo, Vecino. Tutti pronti".
Pensando al mercato di gennaio, dopo la gara di martedì, cosa cambia?
"Si sono viste le qualità dei giocatori, si sono visti i vantaggi... Lo zoccolo duro della squadra si sa qual è... La differenza l'hanno fatta le mie scelte, in Coppa Italia. Se metto Karamoh nella quadra base, fa la sua bella figura. Se metto Cancelo allo stesso modo, fa bella figura.- Se ne cambio nove su undici, qualche problema emerge, ed è emerso. Il mercato di gennaio? Fino a quando il presidente non dirà chiaramente cosa vuol fare, dovremo fare tutti un po' di silenzio. Creare aspettative, avere fiducia o sfiducia su nomi che si erano fatti e poi non sono venuti, queste cose non fanno bene ai tifosi, ai calciatori, all'Inter e non fanno bene ai risultati. Se mi chiedete chi voglio dico: Sergio Ramos, Iniesta e Sanchez davanti. E allora? Poi si ricomincia con le telefonatine, quelli che ci hanno portato fin qui dove li mettiamo".
Vorrebbe Tommasi come presidente della Federcalcio?
"Lo conosco bene, conosco le sue qualità, l'ho avuto come calciatore: conosco il suo equilibrio, le sue doti. Certo, deve essere lui la persona giusta, lo dicono anche quelli che lo conoscono appena. Ha idee, qualità, forza di andare a mettere le cose a posto. Lui ha tutte queste doti. Io voto Tommasi".
Cosa manca all'Inter per fare quello che a Torino, in fase d'attacco, non ha fatto?
"Bisogna capirsi, bisogna capire. E' una questione di equilibrio. Prendiamo il trequartista: Borja, Brozo, Joao Mario. Devono saper fare tante cose, devono farlo in un certo modo, devono saper andare e ritornare... Poi lo so, qualcosa in più possiamo fare e dare, ma è la spinta che ci può arrivare anche da dietro, da un terzino, per esempio se gioca Cancelo, un terzino che va e uno che viene, o uno che non va e l'altro che parte. Facciamo bene questi discorsi, se no fra sei mesi siamo ancora qui a dire le stesse cose".
Torniamo al Pordenone.
"Nel primo tempo ci sono mancate le distanze corrette, e quando non funziona questo, le cose si complicano. La mia scelta ha portato a questo, ed è colpa mia, non dei giocatori. Nel secondo tempo abbiamo sbagliato qualche gol di troppo. Poi la partita si è intasata, intasate le vie d'uscita, quello che... Dentro i rigori poi siamo stati bravissimi. Loro a ogni rigore era una festa, a noi ogni rigore e sudavi, meno male che si è fatto".
State per affrontare squadre che hanno cambiato allenatore.
"Il pericolo udinese è la bravura del nuovo allenatore e la forza della squadra. Poi io con Pozzo ci sono stato un paio di giorni... Loro i calciatori li scelgono per struttura, forza, salto, muscoli. Loro hanno tutto per riempire la partita, con Oddo ho già parlato, parlato dei giocatori che aveva al Pescara. Il colore della maglia è bianco-nero, è un'insidia".

Ruolo di tre-quartista: come lo sceglie?
"Borja è uno che incolla la squadra, è uno che sa cosa fare della preda, è uno che va incontro all'avversario, legge la partita, il momento, vede prima con la testa e poi con gli occhi. E' la sua caratteristica. Poi gli altri, chi più chi meno... Ma lui fa vedere le cose importanti, poi abbiamo fatto bene anche senza di lui, ma lo sapete: io non boccio, scelgo".
Pubblico dodicesimo uomo: quest'anno più che mai?
"Sì, ed è un beneficio per il calcio. E dico che più ce ne sono e più prende valore il nostro campionato. Il prestigio della vittoria passa dal valore degli avversari e questa competizione così elevata è meglio. Con una partecipazione così allo stadio, poi... Io spero che sia così da tutte le parti. Io l'anno scorso ho avuto il problema opposto alla Roma, talvolta lo stadio vuoto ed era bruttissimo. Ora la Roma riempie lo stadio, stadi pieni, calciatori-top... Si gioca bene".
Importante chiudere in testa il girone d'andata?
"Stare in testa il più a lungo possibile. No, non ci si può sedere a respirare, il girone d'andata è stato senza soste, tutto una volata. La lotta è di grande livello, equilibrato. Qui si vuole fare più punti possibile. Senza confusione, senza tranelli, o partite per dire queste sono diverse... Ogni partita ti fa diventare qualcosa. I grafici interisti degli ultimi campionati sono stati diversi, qui bisogna stare svegli sempre".
Nagatomo che giocatore era e che giocatore è diventato?
"Nagatomo è in forma, per qualità di ogni tipo: tecniche e morali. Lui mette tutto ciò che ha nel tempo in cui viene impiegato. L'altra sera ha battuto il calcio di rigore decisivo, e si è vista la sua qualità. Ha giocato di più all'inizio, ora di meno. E' una persona splendida e io a lui voglio bene".
Cosa ha detto ai giovani dopo la gara col Pordenone?
"Ho fatto i complimenti, ho detto loro di non perdere per strade le qualità tecniche e morale e di avere fiducia".
Chi mancherà domani?
"L'unico a casa è Joao Mario, alle prese ancora con la tonsillite. Gli altri sono tutti a posto. Cancelo può giocare in fascia, Candreva trequartista, Perisic pure. Le varianti ci sono. Eder ha il suo ruolo".
L'Udinese che squadra è diventata?
"Mi ripeto. Io conosco i Pozzo, so come procedono nella scelta dei giocatori, sconosciuti che diventano bravi e famosi. Stanotte si dorme poco, in  attesa dell'Udinese".

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