Spalletti: "A Cagliari è dura. Ma noi non possiamo più sbagliare..."

Il tecnico: "Colmato il gap con le grandi, dobbiamo restare in alto. Icardi e Real? Lui è innamorato dell'Inter"

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"Temo il Cagliari, e noi abbiamo i ferri del mestiere per venirne a capo. Sarà dura". Parla Luciano Spalletti. "L'alta classifica non è mai stata così alta. Non puoi sbagliare, mai: perché sei fuori dalla zona Champions". E ora che l'Inter "ha colmato il gap con Napoli, Juve e Roma", non è il caso distrarsi. E a proposito di Real e Icardi? "Preoccupato? Chiedete a Mauro, è innamorato dell'Inter. E io sto tranquillo".

Cagliari-Inter? Una partita da vincere. Banale dirlo a questo gruppo di interisti e al suo allenatore, Spalletti: che ha abituato il mondo nerazzurro a non sbagliare un colpo dopo 13 partite. Perché smarrirsi sul più bello? Ma il Cagliari di Lopez non è affatto un avversario banale (ammesso che ce ne siano). Con lui, arrivato il 18 ottobre, la squadra sarda ha preso ad alzare il ritmo, 9 punti in 5 partite. Sarà dura. E tocca a Spalletti elencare i progetti del sabato sera. Anche perché coi tre punti la sua Inter si garantirebbe un sabato notte da sola, al comando della classifica.

Trappole all'orizzonte?

"Il Cagliari e Lopez sanno benissimo cosa fare per raggiungere il risultato finale. Hanno accelerato col ritorno di Lopez e noi sappiamo cosa fare, abbiamo i ferri del mestiere. Ma sarà una partita dura, senza soste, contro una squadra ruvida, forte. Ma scusate..."
Prego...
"Io devo fare i complimenti a Stefano Vecchi per i risultati che sta ottenendo con la Primavera, per la sua disponibilità nei miei confronti, per l'organizzazione. Dunque complimenti a lui e al suo staff".
Quali difficoltà intravvede nella sua Inter e tra gli avversari?
"Siamo protagonisti in un'alta classifica, cortissima. Ad altissima quota. Fino a 5-6 anni indietro, la quinta aveva 25 punti, ora la quinta è insieme a noi, se Lazio e Roma vincono i loro recuperi. Noi abbiamo ambizioni, noi vogliamo arrivare a un punto per non tornare più indietro".
Lei è arrivato in un'Inter che stava a 30 punti da Juve, Roma e Napoli. Ora...
"Ora non è più così, ma questa novità va ribadita, confermata. La classifica alta e corta spiega tutto, su come atteggiarsi, fare le partite. Giocare senza tregua sempre, non si può abbassare di un centimetro la guardia".
Gagliardini, con lei, è diventato un altro giocatore.
"Noi ci siamo parlati, io con tutti i giocatori, per capire quale sarebbe stato il punto massimo di ciascuno per puntare in alto. Man mano che ci siamo conosciuti e capiti, le cose sono migliorate. Ma non siamo ancora la massimo, e questo l'ho detto ai ragazzi, oggi. Ci dicono tutti: state facendo un bel campionato, perché non avete mai perso. Io dico: perché non abbiamo sempre vinto?".
Santon: una settimana fa lei lo ha elogiato, e Santon ha giocato. Oggi a chi tocca?
"Sarebbe facile, ma voglio prendermi tutto il tempo possibile per sbagliare poco, magari niente".
Vecino quanto è importante per la sua Inter?
"Parlare bene di un giocatore significa sminuire chi gli sta a fianco. Io mi ricordo Joao Mario, quando è entrato e ha cambiato la partita. Mi ricordo Brozovic che a Benevento ha fatto due gol decisivi e poi si è fatto male in Nazionale. Ho cinque a centrocampo. E poi su alcuni voglio dire che voi conoscete solo il prezzo, e noi ve li faremo vedere, cercate di pazientare e poi vedrete, tutto sarà sotto gli occhi di tutti. Mi parlano di Dalbert, lo vedrete. Vecino si diceva fosse costato troppo... Questi calciatori hanno un valore che non sarà disperso".
Pensando alla Champions, qual è oggi -in prospettiva- la quota per arrivarci?
"Beh, nessuno si è messo comodo, nessuno sta sul divano, basta un risultato sbagliato e sei fuori, al quinto posto. Bisogna capire dove mettere l'asticella, capire se tutte continuano a vincere come stiamo facendo. Gasperini ha detto una cosa giusta: in Europa League ci sono risultati che indicano la crescita del nostro calcio, si fanno i complimenti all'Atalanta che aveva un girone tostissimo, gioca un calcio bellissimo, di forza e di qualità".

Come può cambiare la squadra verso Cagliari? Santon sarà riproposto?
"Santon non l'ho scelto per determinate caratteristiche contro l'Atalanta. E' un giocatore che sa attaccare e difendere, ha piede destro e piede sinistro. Se poi in una squadra metto anche la fisicità, va bene. Tanti gol si fanno su palla inattiva, e in certi momenti in quelle situazioni noi siamo una squadra immarcabile, difficile da marcare. Il Cagliari gioca bene, ha ripartenze brucianti e con loro si rischia veramente. Ma sono concetti che la mia squadra conosce, quando dico ferri del mestiere, voglio dire proprio questo".
Joao Mario: lei lo vede capace di scalare le posizioni?
"Se non è convinto lui, io farei fatica a seguire il suo percorso. Io e l'Inter vogliamo fare risultati, non possiamo buttare via momenti per cercare di dare coraggio a qualcuno. Io non l'ho mai sentito fare discorsi traversi, queste cose io le vedo e le sento in campo. Io lo considero uno di quei calciatori che possono dare un contributo alla squadra. Io non ti faccio fare minutaggio perché tu prenda confidenza, io ti faccio fare un pezzo di partita perché tu faccia vincere la squadra".
Il Real vuole Icardi. Preoccupato?
"Ma chi non vuole Icardi, oggi? Non c'è solo il Real, e io sarei un eterno preoccupato. Io so che Icardi è innamorato dell'Inter, se gli chiedete se lui sarà per sempre all'Inter, io so quale è la sua risposta. E sono tranquillo".

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