Sono Evaristo, festeggio i 60. Scusate se insisto

Beccalossi compie oggi 60 anni e Bruno Longhi ne tratteggia il profilo da genio del Pallone. Qual era

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“Mi chiamo Evaristo scusate se insisto”. E' questa la frase che Evaristo Beccalossi avrebbe pronunciato in maniera irriverente ai giocatori del Milan e ad Albertosi dopo aver concesso il bis, il suo secondo gol, nel piovoso derby del 28 ottobre del 1979 vinto dall'Inter per 2-0 che sarebbe stato il trampolino di lancio della giovane squadra di Eugenio Bersellini verso il dodicesimo scudetto.

Una frase frutto della creatività di un anonimo autore, che ben si addiceva all'allora fantasista nerazzurro, che oggi, nel giorno del suo sessantesimo compleanno-può soffermarsi a sfogliare con orgoglio, ma anche con un pizzico di rimpianto l'album dei ricordi.
Il Becca, nato destro e poi mancinizzatosi nel garage di casa per imitare Omar Sivori, è stato per i tifosi dell'Inter degli anni Ottanta uno dei tanti talenti tutto estro e sinistro capaci di infiammare San Siro, come Corso e Skoglund prima di lui, come forse il solo Recoba negli anni a seguire.
Genio e sregolatezza, forse: colpi e discontinuità sicuramente. Ma soprattutto vittima dei difetti della giovane età a condizionarne i comportamenti. Come un'inutile e dannosa intervista polemica nei confronti di Bearzot che gli sarebbe costata la convocazione al Mondiale dell'82. Tanto sbagliata e fuori luogo che l'Italia quasi per dispetto avrebbe poi vinto la coppa al Bernabeu. Un talento capace di sbagliare due rigori in una sola partita si da indurre il comico Paolo Rossi a raccontarli qualche anno dopo in un esilarante monologo.

La sua storia sebbene scritta anche indossando in serie A altre maglie, quelle del Brescia e della Sampdoria, rimane ancora oggi fortemente colorata di nerazzurro.Un amore talvolta tradito negli anni Ottanta, ma divenuto sempre più forte col passare degli anni.E oggi sono sessanta.E allora tanti auguri Becca.