Nazionale: ci salveranno gli assenti. Si spera

Chiellini, Barzagli, Marchisio, Verratti sapranno dare spessore all'Italia di Conte. L'analisi di Bruno Longhi

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Prima o poi doveva pur accadere, dopo una ventina d'anni abbondante di imbattibilità coi tedeschi: ma non cosi. Fa male passare nel giro di 5 giorni dall'illusione di essere forti alla consapevolezza di essere nettamente inferiori dei più forti. Da Udine a Monaco, passando metaforicamente dalle stelle alle stalle, proprio nel giorno in cui Antonio Conte dichiara di avere 16 certezze per l'Europeo.

Lo stesso stadio che aveva azzerato le speranze Champions della Juventus, mette a nudo i limiti della Nazionale che sono poi i limiti del nostro calcio, infarcito di stranieri e non tutti di elevato tasso tecnico. Non uno che sia uno degli undici messi in campo inizialmente da Conte riesce a rosicchiare una striminzita sufficienza.

La difesa è compartecipe nelle reti dei tedeschi, per demeriti propri e perché non ottiene la necessaria protezione dai due centrocampisti, Montolivo e Thiago Motta, troppo simili nella loro pacata lettura della gara, e quindi incompatibili. Gli esterni perdono nettamente i duelli con i dirimpettai di corsia per manifesta inferiorità, sicchè ai tre davanti -con l'eccezione di un paio di spunti di Insigne- non resta che correre a vuoto.
Probabilmente contro avversari di questa levatura, meglio sarebbe optare per il consolidato 3-5-2. Sarà per la prossima volta.

Ma al di là del modulo il divario in campo è netto: è la differenza della somma delle singole individualità, sia a livello di prestazione che di effettivo valore tecnico. E'  giusto rendersene conto evitando per una volta di ricorrere ai soliti abusati slogan del tipo “se si doveva proprio perdere, meglio che sia successo in amichevole”, oppure di ricordare che quando siamo caduti sotto una goleada poi siamo sempre stati bravi a rialzarci.

Il test coi tedeschi doveva servire per aggiungere esperienza ai giovani e per agevolare Antonio Conte nelle scelte definitive per l'Europeo. Non è stato così perché se ieri il nostro ct aveva 16 certezze, oggi probabilmente ne ha qualcuna in meno e qualche dubbio in più. E da adesso fino all'Europeo gli toccherà rientrare nel box a meditare sulle risposte negative date a Monaco praticamente da quasi tutti gli azzurri. Ma si consolerà in parte pensando agli assenti, Barzagli, Chiellini, Candreva, Marchisio e Verratti.

E alle nostre prime avversarie all'Europeo, Belgio, Svezia e Irlanda, che fortunatamente sono ancora molto distanti dalla Germania Campione del Mondo.

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