Marzabotto, segna e fa il saluto fascista. Lotti: "Inaccettabile"

Dopo il gol vittoria in un derby di seconda categoria, un giocatore del 65 Futa mostra la maglietta della Repubblica di Salò. Il ministro dello Sport: "Da non sottovalutare"

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Un gesto che fa discutere durante un derby di calcio di seconda categoria: a Marzabotto, teatro della strage nazi-fascista del 1944, un giocatore della squadra 65 Futa segna il gol-vittoria ed esulta facendo il saluto fascista e mostrando, durante la corsa verso la tribuna, una maglietta nera della Repubblica di Salò. Il ministro dello Sport Lotti: "Inaccettabile". Su Facebook le scuse del club: "Il calciatore è stato sospeso".

"La nostra comunità ha sofferto tanto a causa del nazi-fascismo, questo atto ingiustificabile è stato premeditato. L'amministrazione comunale procederà per vie legali per chiedere l'applicazione delle leggi esistenti che puniscono il reato di apologia di fascismo" ha commentato il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi. La società 65 Futa ha pubblicato una nota su Facebook in cui si prendono le distanze dal gesto e si specifica che nessuno era a conoscenza della maglietta indossata dal calciatore, Eugenio Mattia Luppi: "Ribadendo l'estranietà al fatto, la Societa Futa 65 comunica inoltre che il calciatore in questione è gia stato sospeso dall'attivita agonistica e verrà multato secondo il regolamento interno vigente".

E sempre tramite Facebook sono arrivate anche le scuse del giocatore che esprime "totale e sincero pentimento": "Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunità di Marzabotto. Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che questo mio gesto avrebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario".

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dello Sport, Luca Lotti: "È inaccettabile ciò che è avvenuto ieri durante una partita di calcio a Marzabotto, un luogo simbolo di un`immane tragedia che merita il rispetto della memoria. Un gesto che non va sottovalutato ma condannato con fermezza. Non bisogna mai abbassare la guardia". 

Il comune dell'Appennino emiliano è stato, nell'autunno 1944, teatro di un vero e proprio eccidio, ritenuto uno dei peggiori crimini di guerra compiuti dai nazi-fascisti: dal 29 settembre al 5 ottobre, le SS uccisero 770 civili tra cui donne e bambini in rappresaglia verso la Resistenza partigiana. I rastrellamenti colpirono, oltre a Marzabotto, anche i comuni di Grizzana e Monzuno. 

"In merito a quanto accaduto ieri in occasione dell'incontro valido per il campionato di Seconda Categoria tra il Marzabotto e la squadra Futa 65, dove un giocatore del Futa 65 avrebbe fatto il saluto romano togliendosi la maglia da gioco per esibire davanti al pubblico una t-shirt con lo stemma della Repubblica Sociale Italiana", il Comitato Regionale Emilia Romagna della Lega Nazionale Dilettanti informa in una nota di aver "prontamente inviato gli atti alla Procura Federale per le decisioni conseguenti". "Siamo di fronte ad un gesto inqualificabile - ha dichiarato il presidente della Figc Carlo Tavecchio - in un luogo simbolo della violenza nazifascista. Ho parlato al telefono con il presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna Paolo Braiati, sollecitando un intervento immediato per consentire alla Giustizia Sportiva di prendere provvedimenti".

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