Lo sfregio al murales dell'Inter: il tifo è altro, qui sono solo idiozia, violenza, maleducazione e vandalismo

Il derby di Milano è sempre stato, almeno negli ultimi trent'anni, invidiabile mescolanza di colori, sciarpe, passioni, gioie e dolori

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Non è tifo, è idiozia. Non è difesa, è violenza. Non è goliardia, è maleducazione. E' solo vandalismo. Da condannare, qualunque sia la fede calcistica, anche perché qui la fede calcistica non c'entra. Sopruso, oltraggio. Reato. Non c'entra nulla - ribadiamolo - l'essere interisti, milanisti, juventini, romanisti, napoletani o quanto altro. Non c'entra il calcio: qui calcio e sport sono anzi quanto di più distante possa esserci. E non si dica "c'era da aspettarselo", semplicemente perché non è così.

Non c'entra il tifo perché il tifo è altro. Qui c'entra solo il rispetto. Della legalità, innanzitutto. E poi dell'avversario sportivo. E Milano, in questo senso, è sempre stata differente. Sani sfottò tra Inter e Milan, anche duri, anche pesanti. Duro e puro campanilismo calcistico. Rivalità, però, non odio. Perché il derby di Milano è sempre stato, negli ultimi trent'anni almeno, anche mescolanza di colori, di sciarpe, di passioni, cuori, gioie e dolori.

Ci auguriamo, e crediamo, che possa essere ancora così. Che sarà ancora così il prossimo 4 aprile. Eppure qualcosa è cambiato. Prima era stata la contestazione per l'intitolazione della sala executive dello stadio di San Siro ad Árpád Weisz, allenatore dell'Ambrosiana e del Bologna e vittima dell'Olocausto, poi per quella dei giardinetti antistanti Piazzale Axum ad Helenio Herrera, ora lo sfregio al murales per i 110 anni dell'Inter. Qualcosa è purtroppo cambiato. Ma ci ostiniamo a pensare che il tifo qui non c'entra nulla, perché il tifo a Milano è sempre stato qualcosa di diverso da questo. Perchè qui si tratta solo di idiozia, violenza, maleducazione. Vandalismo.

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