Insigne: "Il Fenomeno era il mio idolo. Mi pento: c'è solo Diego"

Lorenzo: "Caro Ronaldo, da bambino ti adoravo. Poi sono cresciuto e ho imparato che qui c'è un solo re: Diego Armando Maradona"

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"Da piccolo amavo Ronaldo, il Fenomeno. Ma ora che sono grande devo dire che mi sono pentito: c'è solo un re, e si chiama Diego Armando Maradona". Parole (e pentimento) di Lorenzo Insigne, che non è candidato re della Napoli del Pallone, ma va vicino a essere un pretedendente al trono. Parole che riempiono le giornate che scandiscono la corsa-scudetto e che fanno parte di una realtà imprescindibile: quella di Dieguito.

Racconta Inseigna: "C'era Ronaldo e adoravo le sue scarpe e quando mio padre riuscì a comprarmele dopo tanti sacrifici fu il giorno più bello della mia infanzia. Con tutto il dovuto rispetto, caro Ronaldo, adesso che sono più grande e che conosco la mia storia, devo pentirmi e devo dire che Maradona è il più grande giocatore che sia mai esistito. Ronaldo, avevi delle scarpe meravigliose. Eri il Fenomeno. Eri la mia ispirazione. Ma io sono napoletano, qui c'è un solo re. E il suo nome è Diego Armando Maradona". Così Lorenzo Insigne in una lettera scritta a 'The Players' Tribune, rivista statunitense specializzata nel pubblicare storie e racconti di personaggi sportivi.

Dalla sua, perché questo pentimento abbia i contorni idonei, Insigne ha l'anagrafe. E' nato il 4 giugno 1991, e Maradona ha chiuso la sua esperienza al Napoli il 17 marzo 1991, due mesi e messo prima. Il Fenomeno no, il Fenomeno è arrivato all'Inter nel '97 e ci è rimasto fino al 2002, incontrastato idolo dentro e fuori dall'orbita interista. Poi c'è la storia del Napoli e di Maradona, qualcosa di irripetibile per il calcio della città e anche del calcio italiano, perché mai c'è stato un campione così nei club di casa nostra.

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