Il pagellone del calcio italiano 2017: da Ventura a Totti

Il meglio e il peggio del nostro calcio tra lacrime, record e certificati

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Per molti il 2017 è stato il punto più basso del calcio italiano, per altri invece è stato esaltante come non accadeva da anni. Punti di vista, certo è che quest'anno solare sarà ricordato per sempre dai calciofili italiani come quello del disastro della Nazionale targato Ventura-Tavecchio, ma anche come quello delle lacrime di addio di Totti. Momenti pessimi alternati ad immagini positive, con il calciomercato e le sue storie protagoniste nel bene e nel male. Tanto alla fine è il campo a parlare, promuovendo o bocciando i suoi attori. Ecco il pagellone del calcio italiano 2017!

VOTO 1: VENTURA E FIGC
L'Italia non parteciperà al Mondiale di Russia 2018. Non accadeva da sessant'anni e ci è voluta una gestione scellerata per scrivere questo nuovo - e non edificante - record nelle liste Figc. Zero gol alla Svezia nello spareggio mondiale in due partite, scelte di formazione discutibili e un'armonia nello spogliatoio stabile e affidabile come le promesse della Corea del Nord ai cugini del Sud. Ma il peggio, se così si può definire, è arrivato dopo: niente dimissioni immediate e studiate per Ventura e Tavecchio, zero spazio alla dignità. Solo tanta confusione che ha portato all'esonero ben pagato del ct peggiore degli ultimi sessant'anni e alle dimissioni imposte del presidente della Federcalcio. Spazio al commissariamento e che ne sarà del futuro del calcio italiano, beh, chissà.

VOTO 2: GESTIONE DONNARUMMA E I SUOI FRATELLI
Quella del rinnovo del diciottenne Gigio Donnarumma con il suo grande amore Milan si è trasformata in una telenovela che da giugno sta mettendo pressione a "Il Segreto". Prima firma, poi non firma, poi rifiuta con Raiola che esce dall'incontro sbattendo la porta. Poi Gigio diventa "Dollarumma", salvo poi sbottare sui social, hackerato ovviamente, e ritrattare e firmare la costosissima pace coi rossoneri. C'è il rinnovo, tutti contenti e tutti felici, ma c'è anche la clausola rescissoria. Anzi no, troppa pressione per il suo ricco agente, e sul finire dell'anno ecco il colpo di scena del regista: "Firma sotto pressione psicologica". Quasi quasi annulliamo tutto. Gioca anche Antonio, più contestato dalla tribuna che quando scende (e fa bene nel derby) in campo. Sicuramente non è finita qua.

VOTO 3: I MEDICI DI FAMIGLIA E LO STRESS DA MERCATO
Lo abbiamo scritto in estate e ne riproponiamo un estratto. Un'estate di ammutinati e malati immaginari, scenette buone al massimo per una pièce teatrale, per attori consumati sulla scena del pallone moderno. Vuoi cambiare squadra e non te lo permettono solo perché hai firmato un contratto? Ma come si permettono! E allora basta che si ribelli uno e lo fanno tutti. Ma tutti davvero. La lista è nota e si allunga di giorno in giorno: Keita (certificato medico), Bernardeschi (certificato medico e niente ritiro a Moena con la Fiorentina), Kalinic (certificato medico), Spinazzola (convocazione rifiutata), Dembelé (fuga e assenza ingiustificata all'allenamento del Dortmund) e, infine, Niang (certificato medico). Tutti travolti dal ciclone mercato, stressati, perché questa è quasi sempre la diagnosi ufficiale, dall'impossibilità di potersi trasferire nella squadra preferita. Il resto, i contratti, i rapporti con la società e con i tifosi, si fottano allegramente. Professionisti sì, ma della fuga.

VOTO 4: LE COSE FORMALI DEL NUOVO MILAN E GLI EQUILIBRI DI BONUCCI
Dopo una campagna acquisti faraonica, il Milan ha iniziato la stagione con tante aspettative. Spinti dall'entusiasmo, Fassone, Mirabelli, Montella e i nuovi acquisti più volte hanno lanciato proclami importanti, che ora però suonano beffardamente come degli azzardi in una sorta di "parabola rossonera". Dalla frase che ha caratterizzato i colpi di mercato "Ora passiamo alle cose formali", fino alle ultime prese dichiarazioni prima del cambio di allenatore. Il tutto dribblando gli equilibri spostati da Bonucci...

VOTO 5: LE DUE FACCE DELL'INTER
Il 2017 nerazzurro è il riassunto perfetto dell'essenza stessa della Beneamata. Malissimo fino a giugno, quasi perfetti fino a metà dicembre, il tutto immortalato nella faccia di Ivan Perisic. Il croato era irriconoscibile nella prima parte dell'anno, ha passato l'estate imbronciato nella speranza di raggiungere Mourinho allo United ed ha trascinato i nerazzurri, convinto da Spalletti a rimanere, fino alla vetta della classifica. Cos'è cambiato in estate? E' arrivato Skriniar, certo, ma soprattutto Spalletti. Il resto è uguale e per questo l'anno solare non può essere sufficiente. Male prima, bene dopo: totale 5.

VOTO 6: VAR (A PRESCINDERE CHE SIA "IL" O "LA")
E' la novità della seconda parte dell'anno e ha cominciato a far discutere ancora prima di diventare effettiva. Le lamentele degli ultimi turni, soprattutto da Lazio e Crotone con Inzaghi e Zenga, sono arrivate con circa quattro mesi di ritardo rispetto ai polveroni delle scorse stagioni. Ecco perché la prima fase di sperimentazione è positiva. Da migliorare e affinare, ma sufficiente. Sull'articolo da usare, invece, bisognerà rassegnarsi: usiamo sia IL (più giusto) che LA (non esiste la tecnologia VAR, ma la moviola semmai). In fondo checcefrega.

VOTO 7: LA SPLENDIDA DEA DI GASPERINI
Sì ma prima o poi crollano. E' dal capodanno del 2016 che questa frase viene accostata all'Atalanta di Gasperini, prima e dopo l'esodo estivo dei vari Conti, Kessie e via dicendo. Non c'è più l'ivoriano ed è esploso Cristante, stessa cosa per Conti e Hateboer. Perfino Ilicic è rinato e nella lista degli scalpi illustri si sono aggiunti quelli di Lione e Everton, con un avviso mandato al Borussia Dortmund. Insomma, Gasp sta incantando anche in Europa, ma prima o poi crollerà. Forse. Speriamo di no.

VOTO 8: I 99 PUNTI DEL NAPOLI DI SARRI
Il novantanove è beffardo, a un passo dalla perfezione. Quel 100 cifra tonda che anche in un famoso gioco televisivo faceva le fortune dei concorrenti. Col novantanove puoi gongolare, ma può non bastare. Lo ha detto lo stesso Sarri: 99 punti nell'anno solare ma distribuiti male, con i titoli di campione d'inverno che non servono a molto. L'eliminazione dalla Champions è una macchia importante però.

VOTO 9: JUVE DI ALLEGRI, MACCHINA QUASI PERFETTA
Gli altri fanno i punti e si prendono i titoli e gli elogi di mezza Europa. La Juve vince, sempre e comunque. Quasi sempre, dai. Lasciando stare Cardiff, la macchia in territorio italiano è la sconfitta in Supercoppa che rende la squadra di Allegri una macchina più umana. Ma sempre al vertice.

VOTO 10: LE LACRIME DI TOTTI
L'ultimo grande 10 del calcio italiano ha dato l'addio al calcio giocato e alla sua Roma. Tra le lacrime e con la sua famiglia: Ilary e i figli sì, ma anche tutto il popolo romanista. Riviviamo il suo addio qui.

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