Il Milan ai milanisti, dal Barone a Ringhio

Liedholm, Trapattoni, Capello, Ancelotti, Cesare Maldini, Tassotti, Leonardo, Seedrof, Inzaghi, Brocchi: dal campo alla panchina

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Il Milan ai milanisti. E' tutt'altro che nuova. E il primo a crederci -nell'èra del calcio moderno- è stato Silvio Berlusconi che nella primavera 1991 giocò la carta (scommessa) cui nessuno credeva: Fabio Capello, da quindici anni alla corte del club rossonero con varie mansioni. Prima da giocatore (fine carriera) e tecnico delle giovanili e della Primavera, poi come manager nella galassia sportiva Fininvest. Fino a una prima promozione sul campo, fine stagione 1986-'87, quando portò la squadra a qualificarsi in Coppa Uefa prima di cedere lo scettro ad Arrigo Sacchi. Poi, con l'addio di Sacchi, fortemente voluto da Berlusconi alla guida del Milan. Sappiamo cos'era quel Milan, e tale è rimasto (vincente) con Capello. E chi è diventato poi don Fabio, uno dei migliori tecnici al mondo.

Oggi arriva Rino Gattuso, simbolo del Milan, uno dei tanti ex rossoneri che dopo essere stati protagonisti sul campo tentano di replicare anche da allenatori, sempre nel segno di colori che sono rimasti nel cuore. Il rischio è che 'Ringhio' faccia come Clarence Seedorf, Christian Brocchi e Pippo Inzaghi, idoli del popolo milanista (Inzaghi soprattutto) che sono durati poco. Pippo, per la verità, è durato una stagione intera.

Ma c'è anche il... rischio opposto. Ovvero chi ha trionfato in entrambi i ruoli, e questo vogliamo riferirlo a Gattuso. Negli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta Nils Liedholm, tre volte seduto sulla panchina del Milan. Il Barone per eccellenza, un Maestro di calcio giocato (e anche parlato). In maglia rossonera, sul campo, formava il mitico Gre-No-Li con Gren e Nordahl degli Anni Cinquanta e vinceva scudetti. Fece altrettanto in panchina regalando il titlo della stella, nel 1979, con Gianni Rivera che firmava, con quello scudetto, la fine della sua mitica carriera. (Di quel Milan faceva parte anche Fabio Capello).
Poi Carlo Ancelotti, che la Champions col Milan l'ha vinta sia in campo sia da tecnico: due volte da calciatore con Arrigo Sacchi, altrettante in panchina: nel 2003 a spese della Juventus, quattro anni dopo contro il Liverpool. Ancelotti è rimasto per otto stagioni al Milan, un primato di longevità. Corredato da un addio/arrivederci nel 2009, con la promessa che un giorno qui sarebbe tornato. Quel giorno può essere....

In questa galleria entrano anche Cesare Maldini e Mauro Tassotti: in coppia hanno gestito il finale di stagione della prima squadra nel 2000-2001. E Tassotti è rimasto in rossonero come vice di Ancelotti e anche oltre, fino al 2015.
E Giovanni Trapattoni, 14 stagioni in rossonero, fino all'esperienza in panchina a metà anni Settanta, prima di passare alla Juventus nel '76, quel decennio in bianconero che l'ha consacrato nella galleria del Fenomeni.
E infine Leonardo: che ha giocato nel Milan, poi è passato a ruoli dirigenziali e infine e lo ha allenato nel 2009-'10, prima di essere esonerato e di accettare la proposta di Moratti per il passaggio all'Inter, la vigilia di Natale del 2010, consumando il tradimento al Milan. Non gliel'hanno ancora perdonato.

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