Gattuso: "Necessari i tre punti"

La vigilia della gara col Bologna: "C'è tanto lavoro da fare, la condizione da ritrovare. Ma i tre punti sono vitali, ce li giochiamo col coltello fra i denti"

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 "C'è solo un modo per ripartire: vincere. E non importa come. Giocare col coltello fra i denti. E ai tifosi dico: aiutateci". Per il Milan va così, per Gennaro Gattuso ancora peggio visto che ci mette la faccia, le capacità, l'inesperienza, la (sua) voglia di combattere e di non affondare così presto. Coraggio, Ringhio. Questa è la vigilia della sfida al Bologna, del suo debutto a San Siro da allenatore.

Questo è il suo terzo tappone dolomitico, dopo le sventatezze di Benevento e gli eccessi di Rjieka. Il Milan a San Siro, in campionato, ha smesso di vincere il 20 settembre, con due rigori contro lo Spal. Un inquietante trimestre col Bologna all'orizzonte: sarà dura, ma per il Milan 2017-'18 tutto è tremendamente difficile. Sentiamo Gattuso, se la vedrà con un milanista speciale: Roberto Donadoni.

"Ho un grande rispetto nei confronti di Donadoni, uno che se ha qualcosa da dire te lo dice in faccia. Il Bologna è difficile da affrontare, dovremo stare molto attenti. Noi dobbiamo fare la partita, Palacio sta molto bene. Dai miei mi aspetto rabbia, voglia, sappiamo quanto è importante questa gara. Nel calcio ci sono momenti difficili, episodi negativi, ma voglio vedere che al primo schiaffo reagiamo con veemenza, forza. Voglio vedere questo".
Cosa si aspetta da chi gioca e da chi sta in panchina?
"Voglio parlare di André Silva, dicono che io non sia contento di lui. Io vedo quello che fa in allenamento, e so di che cosa è capace. Se non lo fa in partita, magari è anche colpa mia. Alleno questa squadra da dieci giorni, guardo quello che hanno fatto in carriera i miei giocatori, penso anche a Kalinic, di che cosa è capace. Kessie è forte, Calhanoglu sa fare cose importanti, non è vero che io abbia detto alla società che lui e André Silva devono andare via. A me piace molto André, così come Cutrone e Kalinic".
Si torna al 4-3-3?
"E' il segreto di Pulcinella. La difesa a tre, no: i meccanismi non sono perfetti. Poi c'è, il problema della condizione. Io non voglio offendere Montella, e il suo lavoro. Ma per il mio calcio ci vuole gamba, ci vuole forza. Ci vogliono cose così".
Ci si può allenare giocando, rifare la preparazione giocando?
"Si può, si deve. Se poi non avessimo pareggiato a Benevento certi discorsi non si farebbero. A Rjieka ho fatto giocare chi ha giocato poco, a Rjieka ho visto giocatori che fanno cose importanti. Le scelte che ho fatto in quella partita mi aspetto che abbiamo un ritorno domani, contro il Bologna".
Primo obiettivo: ritrovare la gamba, prima quello poi il carattere.
"Noi dobbiamo migliorare tutto, condizione e carattere. Non è un alibi se un giocatore o più giocatori non sono al top. Bisogna migliorare, coprire bene il campo, fare un passo avanti".
Cosa è importante domani?
"Di riffa o di raffa la cosa che conta, oggi, è la vittoria, a tutti i costi. Poi lavoreremo su altro, ma l'obiettivo numero uno è portare a casa i tre punti".
Emozioni del tuo debutto a San Siro, domani, come allenatore?
"L'emozione dura un minuto, l'emozione della vittoria è quella che conta, e vale per me e per tutti. E spero che sia così. Poi nel calcio ci sono gli applausi e i fischi, i fischi li ho presi anch'io quando giocavo. E spero che i tifosi ci diano una mano. Abbiamo bisogno di questo. Si gioca ogni tre giorni, c'è bisogno di tutti i giocatori, anziani e giovani, del pubblico, e ripeto: di tutti".
Per avere la condizione che ritieni necessaria, quanto ci vuole?
"Oh, ma io non sono il professore che arriva dalla luna e chissà che calcio faccio. Io sono al Milan, una società che è all'avanguardia, qui ci sono tutti gli uomini e gli strumenti per valutare come stiamo e senza dubbio oggi i giocatori non solo al meglio della condizione. Ci vuole un mese, un mese e mezzo. Ma il tempo non è un alibi, noi dobbiamo cercare il risultato, col coltello fra i denti".

Come sono i suoi rapporti con la dirigenza?
"Io parlo tutti i giorni con Fassone e Mirabelli, parlerò col presidente, la società mi è vicina in ogni momento e questo mi fa piacere".
Calhanoglu come sta?
"Sta recuperando, quando starà bene lo vedremo. Ha grandi qualità".
Se avessi iniziato la stagione, quale modulo avresti scelto?
"Questa è una squadra che può giocare a tre in difesa, ma deve essere organizzato bene, con uscite forti, veementi, altrimenti diventa una difesa a cinque che è troppo".
Cosa funziona in questo Milan?
"La disponibilità dei ragazzi è massima. Vivono le difficoltà della partita, e vogliono reagire. E' bello allenarli, non ho visto facce sbalordite, ma solo piene di voglia di rifarsi, di risalire".

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