Diritti tv, la Premier League sbanca il jackpot: l'ultima in classifica guadagna più della Juve

Ripartizione equilibrata nel campionato inglese: dal Manchester United al Wba in classifica c'è uno scarto di "soli" 63 milioni

  • A
  • A
  • A

Boom d'incassi per la Premier League 2017-2018. Grazie ai diritti tv nelle casse dei venti club inglesi sono arrivati 2,7 miliardi di euro, 2,4 milioni di euro in più rispetto allo scorso campionato. Il paperone non è il Manchester City (170 milioni), campione con 100 punti, ma il Manchester United, che grazie alle 28 dirette televisive ha guadagnato 171 milioni di euro. La ripartizione della somma permette uno scarto minimo tra le varie squadre, cosa che invece non succede in Serie A.

I Red Devils hanno condiviso le 28 apparizioni tv con Liverpool e Arsenal, mentre il City di Guardiola ha avuto la diretta 26 volte come il Chelsea. (NELLA GALLERY LA TOP TEN). 
I meno visti sono stati Burnley (137 mln), Watford (121 mln), Huddersfield (117 mln), Swansea (112 mln). Con dieci live anche il West Bromwich Albiol, ultimo in classifica, che ha avuto un'entrata di 108 milioni, ma in realtà si tratta di solo 63 milioni in meno rispetto alla prima posizione. Differenza "minima" resa possibile grazie ai criteri adottati per la ripartizione: il 50% della somma totale viene divisa in parti uguali per tutti i partecipanti, mentre il restante 50% viene distribuito in base ai passaggi tv in diretta della squadra (25%) e alla posizione in classifica alla fine del campionato (25%). 

La limitata offerta in tv (solo il 45% degli eventi) permette quindi al campionato inglese di essere valorizzato al meglio, diversamente da quanto accade per il modello "spezzatino" privilegiato dalla Serie A. Ciò comporta degli introiti nettamente più alti per la Premier: infatti, sempre il West Bromwich Albiol intasca più della Juventus (107,3 milioni), prima in Italia nella stima per i diritti tv, e quattro volte in più del Benevento, ultimo con 24,2 milioni. In Italia, inoltre, si presenta un divario di 83 mln fra la prima e l'ultima in classifica, a causa di una spartizione che privilegia i numeri che interessano i club con il maggior bacino d'utenza e i risultati sportivi ottenuti negli anni precedenti (Legge Melandri). Il modello inglese funziona talmente bene che nel triennio 2019-2022 i diritti tv ammonteranno a 4,6 miliardi, acquistati da Sky e BT Sport.

L'Italia seguirà l'esempio dell'Inghilterra, visto che con l'applicazione della nuova riforma Melandri ci sarà una modifica della suddivisione dei ricavi per il prossimo triennio 2018-2021: il 50% della somma totale verrà diviso in parti uguali (ora è solamente il 40%); diminuirà il peso dei tifosi (da 30% a 20%); in più verranno presi in considerazione gli spettatori allo stadio e alla tv. Verranno sempre considerati i risultati sportivi ottenuti ma il peso della storia dei rispettivi club diminuirà (dal 25% al 15%) mentre inciderà maggiormente l'esito dell'ultimo campionato (dal 5% al 15%). Questo - almeno sulla carta - accorcerà le distanze tra le big e le medio-piccole, portando l'impatto prima-ultima a 1-2,5.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti