Calcio e criminalità, l'Antimafia: "Daspo più robusto e celle negli stadi"

Confermata l'infiltrazione della 'ndrangheta nel fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juve

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La Commissione parlamentare antimafia ha approvato all'unanimità la relazione su mafia e sport, proponendo misure più rigide per controllare le infiltrazioni di organizzazioni criminali negli stadi. Nel dettaglio, l'Antimafia suggerisce un pesante inasprimento del Daspo e del reato di bagarinaggio e l'introduzione di "celle" negli impianti sportivi sul modello inglese per trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo.

La Commissione presieduta da Rosy Bindi, dunque, chiede di usare il pugno di ferro per combattere le infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio. Misure dure, per non lasciare spazio alle organizzazioni criminali nelle curve. Nel dettaglio, nella sua relazione l'Antimafia chiede di intervenire innanzitutto sul Daspo, sia prevedendo termini di efficacia più severi che introducendo l'obbligo e non più la facoltà di imporre al destinatario di presentarsi agli uffici di pubblica sicurezza nel corso delle manifestazioni sportive. Ma nel mirino della Commissione non c'è solo il Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive. Per garantire l'ordine e dare un segnale forte, l'Antimafia chiede anche di valutare l'introduzione di misure, come strutture sul modello inglese, che consentano di trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo all'interno dello stadio. In sostanza l'utilizzo di "celle" negli impianti sportivi. 

"La situazione è ulteriormente aggravata dal punto di vista delle società, dalla base sociale delle stesse tifoserie, formate da significativi contingenti di persone pregiudicate, in alcuni casi vicini al 30% del totale, secondo le stime delle forze di polizia - si legge nel testo riportato dalla Gazzetta dello Sport -. Nelle curve, infatti, l'anarchia nella gestione degli spazi, rispetto ai criteri di assegnazione dei posti dettati dal sistema di vendita dei biglietti, per i tifosi più estremi è anche funzionale a rendere più difficile l'identificazione dei singoli individui, dal momento che viene di fatto impedita la mappatura dei settori dello stadio sulla base dell'abbinamento tra il nominativo dell'acquirente e il posto assegnato dal sistema informatico di prenotazione. I gruppi ultrà sono costituiti, spesso, da soggetti con gravi precedenti penali o, comunque, con storie personali contraddistinte da comportamenti aggressivi e antisociali, pronti a dare luogo a violenze, fuori dello stadio o sugli spalti, contro la tifoseria avversaria o contro le forze dell'ordine, a gesti antisportivi, cori razzisti, impiego di fumogeni o di altri strumenti pericolosi o, più in generale, a iniziative sanzionate dalle norme federali".

"L'estrazione in buona parte criminale dei rappresentanti dei gruppi organizzati è l'humus ideale per consentire l'infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso - prosegue la relazione dell'Antimafia -. Le vicende che hanno di recente riguardato squadre di calcio come Juventus, Napoli, Catania, Genoa, Lazio, solo per citare i casi di cui si è occupata la Commissione, consegnano un quadro variegato".

Nella relazione su Mafia e sport presentata dalla presidente della Commissione Rosy Bindi e dal coordinatore del comitato Mafia e Sport, Marco Di Lello, l'Antimafia ha poi affrontato anche il caso relativo al bagarinaggio degli ultrà della Juve, confermando infiltrazioni della 'ndrangheta. "A Torino la 'ndrangheta si è inserita come intermediaria e garante nell'ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultras che avevano come riferimento diretto diverse locali di ndrangheta", si legge nel testo.

"In alcuni casi i capi ultras sono persone organicamente appartenenti ad associazioni mafiose o ad esse collegate, come ad esempio a Catania o a Napoli; in altri casi ancora, come quello del Genoa, sebbene non appaia ancora saldata la componente criminalità organizzata con quella della criminalità comune, le modalita' organizzative e operative degli ultras vengono spesso mutuate da quelle della associazioni di tipo mafioso", prosegue la relazione dell'Antimafia. "Non sempre l'attività illecita o violenta dei gruppi ultras riceve la necessaria attenzione mediante attivita' di polizia giudiziaria, e della magistratura, ad esse specificamente dedicate; a tal fine appare senz'altro auspicabile una sempre maggior condivisione delle informazioni raccolte", conclude la Commissione presieduta da Rosy Bindi.

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