"Scansopoli" o prudenza? La Serie A divide i tifosi

Oddo rinuncia alla sfida col Napoli, il Cagliari "non gioca" a San Siro. La lotta per la salvezza rompe gli equilibri

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L'Udinese va a Napoli pensando al Crotone; il Cagliari si presenta a San Siro solo per dovere di firma. A un mese dalla fine del campionato, la Serie A è entrata ufficialmente nella sua fase più bollente. Per scudetto, Europa e soprattutto salvezza, nelle ultime sei partite ci si gioca tutto. Le scelte e le dichiarazione dei tecnici però fanno discutere e dividono: scansopoli o giusta pretattica? Lo dirà il campo, ma intanto...

Già che se ne parli vuol dire che un qualcosa di anomalo sta andando in scena in questo torneo. Turnover massiccio, studiato a tavolino in modo da (non) giocare le sfide contro le prime della classe e risparmiarsi, in base a una logica sportivamente assurda, per le partite più alla portata. Un modus operandi che anche nelle passate stagioni era stato messo in pratica da qualche allenatore, ma che in questa settimana ha toccato apici di sfrontatezza fastidiosi. Se l'Atalanta - poi "salvata" dalla neve - al cospetto del doppio confronto campionato-Coppa Italia contro la Juventus aveva deciso di schierare tutte le riserve in campionato in vista della semifinale di Coppa Italia di tre giorni dopo, hanno fatto discutere le dichiarazioni di resa di Oddo, tecnico dell'Udinese reduce da nove sconfitte di fila: "Non mi importa se dicono che ci scanseremo contro il Napoli, ma andremo al San Paolo pensando al Crotone".

E allora via di turnover, in campo le seconde linee e i giocatori migliori, gli acciaccati e quelli in diffida tra i titolari prudentemente in panchina per preservarli in vista del match salvezza contro i calabresi. Sì, caro Oddo, senza girarci troppo intorno questo vuol dire scansarsi, senza nemmeno cercare di non far passare il messaggio, come il Cagliari a San Siro. Tra squalificati a centrocampo e volti nuovi in campo, come Ceter e Giannetti, i rossoblù di Lopez hanno sfidato l'Inter solo sulla carta, raccogliendo un passivo di 4-0 con venti tiri in porta subiti e nessuno, zero, nada conclusioni verso Handanovic. Un atteggiamento di resa evitato nelle dichiarazioni, ma ben visibile sul campo.

Giusto quindi urlare allo scandalo "scansopoli"? Nì. Questo modo di fare è da censurare, va contro lo spirito sportivo e può essere controproducente, basti pensare che la Spal ha fatto punti - giocandosela anziché scansandosi, appunto - contro Inter, Juventus e Fiorentina. Ma in un certo senso arriva in un momento stagionale particolare con il calendario pronto a rendersi protagonista nelle ultime cinque giornate, soprattutto nella zona caldissima della classifica. Il turno infrasettimanale da sempre ha creato problemi ad allenatori con una rosa più ridotta in termini numerici e di qualità, ma mai come nella Serie A 2017/18 con ben sette squadre ancora coinvolte nella lotta salvezza (se escludiamo il Benevento, altrimenti otto) saranno gli scontri diretti delle ultime giornate a fare la differenza.

La differenza tra scansopoli e previdenza questa volta è sottile, ma non per questo meno censurabile. Atteggiamenti con un'attenuante, forse, che colpiscono lo spirito sportivo e rischiano in ogni caso di alterare gli esiti finali in classifica per chi lotta per altri obiettivi. E allora viva Zenga, tecnico del Crotone alla vigilia del match contro la Juventus capolista: "Un punto fa sempre la differenza, faremo la nostra partita per cercare di ottenere un mattoncino per la nostra salvezza".

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