Doping, stangata per Fabio Lucioni

Il Tribunale Nazionale Antidoping ha confermato le richieste della Procura per la positività al Clostebol del capitano del Benevento

  • A
  • A
  • A

Stangata per Fabio Lucioni. Il capitano del Benevento, risultato positivo al Clostebol nel controllo post gara contro il Torino, è stato infatti condannato a un anno di squalifica dal Tribunale Nazionale Antidoping, che ha confermato le richieste della Procura. Il medico sociale Walter Giorgione, che si era assunto la responsabilità dell'errore, è stato invece fermato dal TNA per quattro anni. Entrambi i tesserati hanno annunciato ricorso.

La prima sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia, dunque, non fa sconti a Lucioni. Una dura batosta per il difensore del Benevento classe '87, che ora dovrà stare lontano dai campi di gioco per molto tempo. A nulla è dunque servita l'assunzione di responsabilità del medico sociale del Benevento, se non a peggiorare anche la posizione del medico, colpito anche lui con una lunga squalifica di 4 anni.

Una brutta notizia per Lucioni, ma anche per il Benevento, che perde così nuovamente il suo capitano in un momento delicatissimo della stagione. Dopo la prima condanna, il centrale giallorosso, era infatti tornato a giocare in attesa del responso definitivo, contribuendo alla crescita della squadra di De Zerbi, che ora probabilmente chiederà alla società di tornare sul mercato nonostante l'arrivo di Billong.

Arriva a stretto giro di posta la reazione di Lucioni dopo la stangata del TNA. "In questo momento è come se fosse caduto un fulmine a ciel sereno", ha commentato il difensore del Benevento. "Non mi sarei mai aspettato che dopo l'ammissione di colpe da parte del dottore, mi venisse dato un anno di squalifica - ha spiegato -. Non siamo andati con l'idea di prenderci gioco della commissione giudicante, ma con l'intento di dire la verità". "Il messaggio non è passato e c'è rammarico: mi era stata data l'opportunità di giocare queste tre partite e stavo vedendo la luce in fondo al tunnel - ha aggiunto -. Dovrò aspettare parecchio e farmi forza. Spero che me la diano i miei compagni e la mia famiglia". "Aspetteremo sicuramente le motivazioni, poi prenderemo una decisione. Sicuramente il ricorso verrà fatto, come ho detto prima mi sono cresciuto da solo: ho fatto tutte le categorie professionistiche, fino alla A a 30 anni. Un sogno da bambino, che mi è stato tolto dalle mani - ha proseguito Lucioni -. Continueremo a lottare affinché mi venga tolta questa squalifica".

"Il collegio ha riconosciuto tutte le attenuanti previste dalla normativa, ma non si è sentito di applicare la norma sull'assoluta mancanza di responsabilità, che era quello che chiedevamo in via principale". L'avvocato di Fabio Lucioni, Saverio Sticchi Damiani, ha commentato così la sentenza del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia. "Dispiace perché si poteva arrivare a una decisione del genere in tempi meno lunghi e senza illudere il ragazzo - aggiunge il legale - che è rientrato in campo e ora è stato squalificato. Era opportuna una gestione più attenta dei tempi del processo". Sicuro il ricorso in appello: "Andremo avanti - annuncia Sticchi Damiani al termine del processo svoltosi oggi presso gli uffici dello stadio Olimpico di Roma - perché questo è uno dei pochi casi nei quali si puo' davvero escludere completamente la responsabilità dell'atleta".

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti