Nazionale, Petagna: "Ruberei la cattiveria a Belotti"

Spinazzola: "Sogno la Juventus". Verdi ritrova Ventura: "Mi volle lui al Torino"

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Esordio per tre nella Nazionale di Ventura, frutto dell'ottimo campionato. "Vorrei avere la cattiveria di Belotti in area - ha commentato Petagna -. Sono al primo anno in A e i gol arriveranno, ma essere qui è una grande emozione. Ho davanti dei mostri". Sulla stessa onda Verdi: "Non me l'aspettavo, sono felice. Con Ventura ho un ottimo rapporto, mi volle al Torino". Infine Spinazzola: "La Nazionale è importante, sogno la Juventus".

PETAGNA: "RUBEREI LA CATTIVERIA A BELOTTI"
"Quando mi hanno chiamato per dirmi della convocazione è stata un'emozione molto forte. Ero in aeroporto e stavo partendo con l'Under 21, ed ero nervoso perché non avevo segnato contro il Pescara. Sono al primo anno di Serie A e ringrazio mister Ventura per la fiducia". Ora in maglia azzurra l'attaccante dell'Atalanta giocherà al fianco di Buffon: "Quando ero piccolo mia madre mi portava fuori dall'albergo per chiedergli l'autografo, ora sono qui, ma ci sono due mostri davanti, attaccanti molto forti. Io sono alla prima convocazione, non mi sento in concorrenza con loro". Petagna è reduce da un'ottima stagione con i bergamaschi: "Io lavoro sempre molto per la squadra, ma sono al primo anno di Serie A e non posso chiedere anche di segnare molto. Devo migliorare ancora tanto e ringrazio Gasperini perché mi ha dato l'opportunità di giocare con continuità. Mi sono meritato il posto, ma mi piace giocare per la squadra. Non vivo per il gol, non c'è solo quello, ma un po' mi manca. Arriverà. I sacrifici pagano eccome, le esperienze precedenti in positivo o negativo sono state una palestra". Davanti a sé c'è Belotti: "E' un attaccante pazzesco con una cattiveria unica. Devo essere cattivo come lui e attaccare bene l'area. E' il più forte in Italia, meglio di Higuain, Icardi e Dzeko. E' bello guardarli perché impari sempre. Anche Immobile sta facendo benissimo con la Lazio, io sono il più giovane dopo Donnarumma". All'orizzonte c'è anche l'Europeo Under 21: "Per me essere in Nazionale è un sogno e cercherò di restarci il più a lungo possibile. Sarà una bella esperienza anche quel torneo".

SPINAZZOLA: "SOGNO LA JUVENTUS"
"Grazie alla mia famiglia e ai miei compagni sono arrivato qui, il mio primo pensiero è stato per loro quando mi hanno convocato. Ho avuto la fortuna di allenarmi con grandi campioni alla Juventus, come Buffon, e ogni volta mi emoziono a pensarci". In molti rivedono in Spinazzola la carriera di Zambrotta: "E' uno dei migliori terzini della storia del calcio, era un esterno alto che poi è arretrato, un po' come sto facendo io". Come l'ex Milan e Juventus, anche Spinazzola gioca su entrambi i lati: "Continuo a cambiare fascia, per me è indifferente. Forse mi trovo meglio a sinistra, ma a destra è solo questione di abituarsi. Servono sacrifici, come tutti, per arrivare in alto". Nel futuro potrebbe esserci un ritorno alla Juventus: "E' un sogno e un'ambizione quella di arrivare in bianconero. Juve e Milan sono le squadre migliori al mondo e la nazionale mi può aiutare molto in tante cose in cui devo migliorare nelle due fasi di gioco. Dopo il Golden Boy al Viareggio forse ero troppo acerbo di testa e forse l'esterno offensivo non era il mio vero ruolo. Arretrando vedo una prospettiva migliore per me".

VERDI: "VENTURA MI PORTO' AL TORINO"
"E' stata una convocazione inaspettata perché dopo l'infortunio non ho fatto grandi prestazioni. Un'emozione talmente grande che non sapevo come prenderla. Quando Buffon è venuto a salutarci da capitano mi è venuta la pelle d'oca, fino a poco tempo fa li vedevi solo in televisione". Il ringraziamento va a mister Donadoni: "Sto lavorando con lui e se sono qui è anche grazie al mister, ma anche quelli che ho avuto prima. Tutti mi hanno insegnato qualcosa. Il vero giovane è Petagna, io ho 25 anni e non posso più reputarmi tale nel calcio. Le difficoltà di Carpi e all'Eibar mi sono servite". In Nazionale Verdi ritrova Ventura dopo l'esperienza al Torino: "Ho lavorato un anno e mezzo con lui e i concetti di gioco sono gli stessi, anche se ci sono meno giorni per provare le cose. Non ho mai avuto problemi con il mister in passato, mi portò lui a Torino e credette in me. Ho avuto poco spazio per colpa mia, ero un ragazzino e avevo bisogno di un po' di tempo per crescere anche di testa". Una cosa ha colpito l'attaccante del Bologna: "L'umiltà dei campioni, forse è per quella che lo sono diventati".

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