Tennis, Djokovic torna n.6 al mondo

Il serbo, dopo le vittorie a Wimbledon e Cincinnati, è tornato a puntare il trono occupato però saldamente da Nadal

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Due mesi dopo il quarto Wimbledon, e un giorno dopo il primo trionfo a Cincinnati che gli ha permesso di realizzare il Career Golden Masters, ovvero la vittoria in tutti i nove Masters 1000 Atp, Novak Djokovic ha guadagnato 4 posizioni nella classifica mondiale. Ora è sesto, pronto a riprendersi lo scettro di re del tennis che era stato suo nel 2015 e nel 2016. Nadal sempre primo davanti a Federer (battuto proprio da Djokovic in finale).

Dopo aver sfatato nel 2016 il tabù Roland Garros, riuscendo a centrare il Career Grand Slam, Nole aveva raggiunto tutti gli obiettivi tennisticamente possibili e probabilmente era entrato in crisi. La presenza del guru Pepe Imaz, che gli era stato prestato dal fratello, ne aveva forse limitato la rabbia agonistica. Ma, rivincendo Wimbledon e ribadendo la superiorità contro Federer nella finale di Cincinnati, Nole può serenamente dire anche a se stesso di essere tornato ai livelli 2015-2016 quando era il "cannibale" del tennis. E questo aldilà del 31° titolo Masters 1000 e del n.6 del mondo appena conquistati.

Djoko ha saputo reagire ancora una volta alle avversità: ha perso sei volte su nove dopo il rientro alle gare di marzo (è stato sconfitto anche da Cecchinato al Roland Garros), sulla scia dell'operazione al gomito destro di febbraio, ma poi si è imposto nei 19 dei 21 incontri poi disputati. Per tornare alle origini Nole è tornato al maestro di sempre, Marjan Vajda, e ha sicuramente ravvivato con qualche bistecca e un po' di zuccheri la dieta vegana.

Il successo di Cincinnati lo promuove come primo favorito agli Us Open che scattano lunedì prossimo a New York e lasciano un segno importante nel morale di Federer, come in quello di Nadal, sconfitto da Djokovic nelle semifinali di Wimbledon per 10-8 al quinto set. Con tutto il rispetto per il serbo, notano però gli osservatori, deve essere infatti considerata quella di Federer a Cincinnati una giornataccia, che segue peraltro quella di Wimbledon contro Anderson. Il doppio match di venerdì e il tie-break di sabato contro Goffin hanno svuotato di energie e di idee il fuoriclasse svizzero. Federer ha rifiutato un alibi così evidente per elogiare il vincitore ("Congratulazioni, hai scritto la storia, devi esserne molto orgoglioso, bravo") mentre Djokovic ha ammesso che quello di ieri non era "il miglior Federer".

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