Mo Farah battuto nei 5000 metri

Il britannico è argento, battuto dall'etiope Edris

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Clamoroso a Londra: Mo Farah, beniamino di casa, alla sua ultima gara della carriera su pista è stato sconfitto nei 5.000 metri. L'oro va all'etiope Muktar Edris, capace di resistere alla rimonta finale di Farah. Per la prima volta da Daegu 2011 Farah non ha vinto una finale di una grande manifestazioni di atletica 'outdoor'. Il britannico, già oro nei 10.000 ha preceduto l'americano Paul Chelimo, bronzo.

FARAH DISPIACIUTO: "HO DATO TUTTO"
"È stato molto emozionante, è la fine del capitolo della mia corsa, adesso comincerà un nuovo mondo ma è stato tutto meraviglioso". Queste le parole di Mo Farah dopo la finale dei 5000 dei Mondiali di Londra in cui è stato battuto, davanti al pubblico amico, dall'etiope Edris. Il britannico non perdeva una finale dal 2011, quando a Daegu fu argento nei 10.000. "Non perdevo da Daegu - ha detto ancora Farah -, ed è stato un lungo percorso. Non è facile descrivere cosa significhi fare una carriera così, e andare avanti anno dopo anno: dietro c'è tanto duro lavoro, e veri sacrifici. Questa sera sono molto dispiaciuto - ha detto l'asso britannico - però ho dato tutto ciò che potevo".

Mo Farah aveva realizzato la 'doppietta' 5000-10.000 alle Olimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, ai Mondiali di Mosca 2013 e Pechino 2015. A Daegu aveva vinto l'oro nei 5.000 e l'argento nei 10.000. Ora si ritirerà dalle gare in pista e dovrebbe dedicarsi alla maratona, che manca così la sua quinta doppietta di fila tra 5.000 e 10.000 metri.

La gara - In avvio, scatta l'australiano Tiernan, con il padrone di casa a guidare il gruppo di inseguitori. Nel finale, la fuga lanciata da Butchart vede Farah chiuso nella morsa composta dalla coppia etiope Kejelcha-Edris. Alla fine, a spuntarla, è proprio il classe '94, che vince in 13'32''79 davanti al campione dei 10.000 metri, che nonostante il suo 13'33''22, che gli vale l'argento, fallisce la doppietta e perde l'oro nei 5.000 metri dopo 6 anni. A completare il podio, lo statunitense Chelimo.

ALTO DONNE: SUONA L'INNO DELLA IAAF
Nel salto in alto femminile, la sfida testa a testa tra la Lasitskene e la Levchenko viene vinta dalla russa, che conquista l'oro con la misura di 2.03 metri battendo l'ucraina, che chiude in 2.01, con il bronzo conquistato dalla polacca Licwinko. Non suona però l'inno della Russia sul podio, in quanto l'atleta ha gareggiato come atleta indipendente: nello stadio Olimpico è risuonato l'inno della federeazione d'atletica.

Sorpresa anche nei 100 metri ostacoli femminili, dove trionfa l'australiana Pearson, che in 12''59 batte l'americana Harper Nelson. Il bronzo va alla tedesca Dutkiewicz, con la Harrison fuori dal podio.

Nel lancio del giavellotto, l'oro va al tedesco Johannes Vetter, che vince con la misura di 89.89 metri davanti alla coppia polacca composta da Vadlejch (89.73) e Frydrych (88.32), che all'ultimo tentativo supera Rohler.

Germania protagonista anche nel Decathlon, con l'argento di Freimuth e il bronzo di Kazmirek. A vincere, però, è il francese Kevin Mayer, che con il decisivo ottavo posto nei 1500 metri conquista l'oro con 8768 punti.

Infine, va agli Stati Uniti la staffetta 4x100 femminile: vittoria in 41''82 per le americane, con l'argento ottenuto dalla Gran Bretagna in 42''12 e il bronzo conquistato dalla Giamaica.

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