Schwazer: "Andrò fino in fondo"

Il marciatore azzurro lotta per andare a Rio: "Questa volta non ho fatto nessun errore". Ma il Tna lo frena

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"Questa volta non ho commesso nessun errore. Se non mi faranno gareggiare ai Giochi di Rio, posso solo garantire che darò il 100% per chiarire che cosa è accaduto con questa provetta". Alex Schwazer non vuole arrendersi all'idea di perdere le Olimpiadi e parla anche di ostilità manifestate nei suoi confronti: "Prima della gara di Roma, quando hanno detto che sarebbe stato meglio arrivare piazzato", ha confessato il marciatore.

"Ho investito tanto, tantissimo, in questo mio ritiro - riferisce il marciatore azzurro ad un cronista dell'Alto Adige che lo ha incontrato mentre si allenava vicino a casa sua a Calice, sui monti altoatesini - darò il 100% per chiarire cosa sia successo con quella provetta, lo devo a me e al mio gruppo" ha aggiunto Schwazer.

L'oro di Pechino 2008 riferisce anche di ostilità che sarebbero state manifestate nei suoi confronti. "Sì, ci sono state - afferma Schwazer - sia per non farmi gareggiare, sia prima della gara di Roma, quando hanno detto che sarebbe stato meglio arrivare piazzato".

Un altro stop, forse definitivo, alle residue speranze di Alex Schwazer di poter gareggiare alle Olimpiadi di Rio. Il Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia ha infatti risposto alla richiesta di sospensiva della sanzione Iaaf, avanzata dal marciatore azzurro, dichiarando la "propria incompetenza" a decidere sulla sospensiva che spetta solo alla Iaaf o al Tas. Il Tna precisa di poter solo valutare la vicenda doping "nel merito" e dunque entro due mesi, ben oltre i termini per andare ai Giochi.

Dinanzi alla seconda sezione del Tna di Nado Italia la difesa di Schwazer aveva presentato ieri istanza per ottenere giudizio immediato per l'annullamento della sospensione cautelare inflittagli l'8 luglio scorso dalla Iaaf. Il presidente della sezione ha immediatamente specificato alla difesa del marciatore altoatesino - si legge in una nota - "che il giudizio proposto non era ammissibile dinanzi al Giudice Nazionale e che l'unica competenza era esclusivamente affidata alla Iaaf ovvero al Tas di Losanna". Posizione che è stata ribadita poi "a un'ulteriore replica della difesa". In sostanza - spiega il comunicato - il Tna sottolinea che "il provvedimento di sospensione cautelare può essere impugnato solo se l'atleta dimostra che la violazione è probabile conseguenza dell'assunzione di un prodotto contaminato e solo dinanzi alla Iaaf o al Tas di Losanna". Inoltre che "il provvedimento di sospensione cautelare non può essere in nessun caso impugnato dinanzi al Giudice Nazionale", il quale "può essere adito soltanto per il giudizio di merito, che deve comunque concludersi entro il termine di due mesi". Tali vincoli procedurali "sono stati ulteriormente chiariti alla difesa dell'atleta - conclude il comunicato - che però non ha ancora comunicato alla Procura Nazionale Antidoping di Nado Italia la scelta della procedura che intende avviare".