Canottaggio: 16 mesi ad Abbagnale

Il figlio dell'olimpionico Giuseppe sanzionato per tre mancate reperibilità ai controlli antidoping

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Niente Olimpiadi di Rio per Vincenzo Abbagnale, figlio dell'olimpionico e attuale presidente della Federazione italiana canottaggio Giuseppe. Il 22enne canottiere, che aveva totalizzato tre ammonizioni mancando l'ultimo appuntamento com il controllo antidoping a sorpresa a cui avrebbe dovuto sottoporsi il 1° febbraio di quest'anno nel raduno federale di Sabaudia, è stato squalificato per 16 mesi dal Tna. Lo sentenza decorre dal 20 giugno 2016.

Dici Abbagnale e pensi alla storia del canottaggio, alle indimenticabili telecronache di Giampiero Galeazzi e ai grandi successi olimpici (due ori e un argento) e mondiali (7 ori, due argenti e un bronzo) di Vincenzo e Carmine che, con il fidato timoniere Giuseppe di Capua, hanno scritto le pagine più belle del canottaggio italiano.

Il figlio di Giuseppe, Vincenzo, sembrava avviato a ripercorrere le orme di papà e zio (oro mondiale nel 2013 a Chungju nella specialità di famiglia, il due con), prima di cadere nella rete del doping. Probabilmente un'ingenuità, ma la giustizia non fa sconti a nessuno.

Così il 22enne canottiere è stato squalificato per 16 mesi, dal 20 giugno 2016 al 19 ottobre 2017, dal Tribunale nazionale antidoping che ha accolto in pieno la richiesta del procuratore Tammaro Maiello. Addio sogno olimpico, dove si era qualificato come capovoga dell'otto.

Dopo la sentenza ha parlato all'Ansa il suo avvocato. "Attendiamo di conoscere l'iter logico della I Sezione, ma è comunque molto probabile un ricorso alla II Sezione in appello" le parole di Giovanni Fontana. La stessa sezione si era già espressa su un primo ricorso legato alla contestazione della terza mancata reperibilità, che aveva fatto scattare il deferimento. Contro quella decisione, lo stesso Abbagnale si era appellato al Tar.

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