Al Tourist Trophy in sella con re Michael Dunlop

All'Isola di Man l'irlandese riscrive la storia nella Senior TT dei record. Bene gli italiani, ma aumentano i morti

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Ian Hutchinson ha vinto tre gare su cinque, ma il "Re della Montagna" è tornato a essere Michael Dunlop. E' la sentenza dell'edizione 2016 del Tourist Trophy, l'appuntamento clou delle corse su strada in moto, che dal 1907 regala emozioni e drammi. All'Isola di Man, tra i muretti, i marciapiedi, i pali della luce e gli alberi dei 60 km del Mountain Course, Hucthy si è imposto nelle due prove della Supersport (con Yamaha) e nella Superstock (con Bmw), ma Dunlop, ultimo erede di una dinastia di road racers irlandesi, ha dominato le due gare più importanti in sella a una Bmw: la Superbike e l'ambitissima Senior. E lo ha fatto da fenomeno, demolendo record che sembravano intoccabili. Su tutti, quello del singolo giro, abbattendo il limite dei 17' e portandolo a 16'53"929 alla media di 215,544 km/h! Quasi inevitabile il primato sulla durata di gara, sceso a 1h43'56"129 sempre nella Senior. E adesso, a 27 anni, sarebbe interessante vederlo confrontarsi anche in pista, per ricalcare le orme del grande Carl Fogarty, nato sulle strade del TT e poi diventato campione nel Mondiale Superbike.

A parte il duello tra Dunlop e Hutchinson, quest'anno c'è stata gloria anche per l'Italia. Grazie a Stefano Bonetti, che ha sfiorato il podio nella Lightweight, chiudendo quinto (un pilota tricolore non entrava nella top 5 al TT dal 1972 grazie a un "certo" Giacomo Agostini...) con la milanese Paton dopo ua grande sfida con Jessopp e Johnson. "Bonny" si è poi tolto la soddisfazione personale di essere l'italiano più veloce di sempre, scendendo per la prima volta sotto il muro dei 18' sul giro (17'57"238) nella Senior, piazzandosi 17° assoluto con una Kawasaki privata e in configurazione Stock del team Rock and Road Racing. Bravi anche Marco Pagani (28° nella Superstock e 31° nella Senior) e il debuttante Alex Polita (40° nella Superstock e 33° nella Senior), entrambi su Bmw. Purtroppo, però, anche stavolta il Tourist Tropy ha continuato a presentare un conto salato al termine delle due settimane di prove e gare: ben 4 vittime (Shoesmith e Soar tra le moto, Beare e Bell tra i sidecar), che portano il totale a oltre 250 morti. Se ne vale la pena? Per le decine di migliaia di persone, tra cui molti italiani, che ogni anno vengono qui per correre o solo come spettatori, la risposta è sempre "sì". Chi vuole capire il fascino del TT può seguire su Premium Sport 2 le ultime due puntate dello speciale in programma, sempre alle ore 21, fino al 15 giugno.

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